Santo Stefano tra i richiedenti asilo

E’ stato un giorno di Santo Stefano speciale per i 21 giovani rifugiati di età compresa tra i 25 e 40 anni, tutti originari del Bangladesh, che alloggiano da più di un anno nella struttura “Ida Kofler”, di proprietà della Casa accoglienza alla vita padre Angelo a Flavon, in valle di Non. I ragazzi hanno ricevuto la visita dell’arcivescovo di Trento, Luigi Bressan, che ha portato loro alcuni panettoni da gustare in compagnia e i suoi auguri di Natale e di felice anno nuovo, in compagnia del presidente di Casa padre Angelo, Antonio Mazza.

I richiedenti asilo hanno accolto l’arcivescovo in quella che da qualche mese è diventata la loro casa e hanno spiegato come si svolge la loro vita quotidiana. In mattinata solitamente frequentano dei corsi di lingua italiana, poi nel pomeriggio si dedicano ad altre attività come la pulizia della casa, la spesa che vanno a fare a Trento o la cura dell’orto nella bella stagione. Il presidente di Casa padre Angelo, Antonio Mazza, ha ricordato che i ragazzi sono spesso coinvolti in attività di volontariato nel paese di Flavon e nei paesi vicini, partecipano all’organizzazione di feste campestri e si sono recati nelle scuole primarie per raccontare la loro storia: “Si sanno organizzare molto bene – è stato detto –, pensano a fare la spesa in autonomia e gestiscono la casa che è molto spaziosa, strutturata con quattro stanze e uno studio per ognuno dei tre piani”.

Bressan ha però ricordato anche le difficoltà che incontrano questi giovani nel loro percorso: “C’è una legislazione internazionale che non permette loro di lavorare – ha detto –, loro sarebbero disponibili, ma non possono dare la loro prestazione lavorativa a causa di queste disposizioni”. Ora si stanno cercando delle soluzioni per permettere ai ragazzi di esprimere le proprie potenzialità, magari con il pagamento tramite voucher. Questo sarebbe molto importante, anche perché tra di loro ci sono sarti e parrucchieri, professionalità che hanno maturato nel loro Paese d’origine.

Hasem, uno dei ragazzi, quello che ha imparato meglio l’italiano, ha fatto da guida all’interno della casa all’arcivescovo Bressan e al presidente Antonio Mazza. Aiutato dai suoi compagni di viaggio anche con qualche frase in inglese, ha mostrato agli ospiti il presepe allestito dai richiedenti asilo e l’albero di Natale, molto originale, addobbato con bottiglie di plastica dipinte di vari colori e circondato da bandierine di stoffa. E a prevalere è stata la commozione, quando Bressan si è soffermato a osservare su di una carta del mondo il Bangladesh, Stato grande circa la metà dell’Italia, confinante con l’India e la Birmania, ma con una densità di popolazione tra le più elevate al mondo.

I giovani hanno poi offerto un caffè ai presenti, da tutti gradito: ospitalità e calore umano caratterizzano gli atteggiamenti di questi giovani che, pur nella difficoltà, sanno apprezzare quello che la vita ha riservato loro in questo Natale 2015 e in questo principio del 2016.

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