“Convinciamoci che l’immigrazione non è un problema, ma una risorsa”

“Per noi l'appuntamento di domenica è un'occasione di riflessione, di informazione, ma soprattutto di festa. L'abbiamo ribadito all'Epifania dei popoli (a cui si riferiscono le immagini di queste pagine, ndr) e non ci stanchiamo di ripetere che l'immigrazione non è un problema, ma una risorsa, che la presenza tra noi di altri popoli è una ricchezza, un segno di festa…”. S'infervora, don Beppino Caldera, direttore del Centro missionario di Trento e responsabile della Fondazione Migrantes, spiegando perché, con la scelta di Rovereto, la Diocesi abbia voluto offrire la massima visibilità alla Giornata.

Don Beppino, il 2015 è stato un annus horribilis per le migrazioni.

“Sì, i flussi migratori sono in continuo aumento in ogni area del pianeta. Ma chiediamoci perché. Noi non cercheremmo rifugio da guerra, violenze e fame?”.

Il Papa nel suo messaggio fa appello in particolare all'Europa perché non chiuda le porte.

“Libano e Giordania, nel loro piccolo, accolgono più di un milione di profughi ciascuno. I governi europei sono chiamati a far fronte alle richieste di accoglienza. Ma non possiamo ridurre le migrazioni alla dimensione politica e normativa, all’utilità di ricevere persone giovani, alla semplice compresenza di culture differenti nello stesso territorio. Al di sopra di tutto deve esserci la promozione della persona umana, la cultura dell’incontro dei popoli per fare un’unica casa comune”.

La Giornata mondiale del migrante e del rifugiato serve a scuotere da quella che Papa Francesco ha più volte definito “la globalizzazione dell'indifferenza”.

“Voglio citare quanto ci ha scritto la missionaria trentina suor Bruna Menghini dalla Tunisia: 'Sono impressionata quando vedo alla televisione quelle masse umane disperate e spinte da una speranza che il più delle volte rischia di essere delusa'. Il richiamo è forte: dobbiamo lasciarci impressionare dalle notizie sui rifugiati, fino a esclamare: 'Siamo tutti rifugiati!', per dire che siamo totalmente con loro”.

La presenza dei migranti e dei rifugiati “interpella seriamente le diverse società che li accolgono”, scrive il Papa. Come fare in modo che l’integrazione diventi arricchimento, come evitare il rischio della discriminazione, del razzismo, del localismo xenofobo?

“Provando a non sentire solo le nostre paure, ma facendoci capaci di condividere quelle degli altri. La misericordia non è compassione passeggera: è esigenza di totale coinvolgimento nella situazione dell’altro. La misericordia insegna la cura di buoni contatti personali e la capacità di superare pregiudizi e paure per coltivare la cultura dell’incontro”.

La Chiesa trentina è pronta ad accogliere?

“Nelle nostre strutture diocesane e parrocchiali stiamo già accogliendo. Siamo contenti di poter dare a persone disperate una possibilità di sperare in un futuro migliore”.

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