Mariapoli, 30 anni fa sulla roccia di Cadine

La struttura intitolata nel 2009 a Chiara Lubich ha ospitato numerosi appuntamenti diocesani

“Per il Movimento dei Focolari il 24 maggio 1986 è già storia”. Scriveva così Vita Trentina all’indomani dell’inaugurazione del Centro Mariapoli di Cadine, ma trent’anni dopo possiamo rilevare quanto quella realizzazione sia entrata appieno anche nella storia della Chiesa locale. Non solo perchè quel giorno la fondatrice Chiara Lubich espresse il desiderio di ritrovare una “Trento ardente, infiammata dall’amore di Dio” (e ci tornò nel 1995 e nel 2001), ma perchè quella casa ricavata sui fianchi del Bondone si è rivelata via via un prezioso focolare per la costruzione dell’unità.

Il Centro Mariapoli, accanto a tante iniziative, pure internazionali, “interne” al Movimento, ha infatti ospitato molti appuntamenti della comunità trentina: dai catechisti che hanno riempito spesso l’auditorium del desiderio di crescere nella comunione fino ai giovani che – soprattutto negli anni Novanta – hanno trovato lassù l’ambiente ideale per le loro giornate. Vicino alla città, eppure felicemente appartato, il Centro Mariapoli è stato utilizzato anche per incontri residenziali: l’hanno frequentato per il loro aggiornamento i sacerdoti, vi si è tenuta l’assemblea sinodale nel novembre 2014 sul tema delle Unità pastorali. Tante associazioni o movimenti hanno trovato quassù il proverbiale spirito di accoglienza focolarino.

A confermare quest'impronta diocesana sarà presente a Cadine anche l'Arcivescovo Luigi Bressan (con il sindaco Andreatta) sabato 23 gennaio alle 15 per il trentennale in cui si ricorderà come l'intitolazione alla fondatrice (confermata da Maria Voce Emmaus nel 2009) fu indicata già dall'Arcivescovo Alessandro Maria Gottardi all'epoca: “Questo deve essere un ‘monumentum’ a Chiara Lubich, logicamente quando lei sarà in Paradiso. E sarà il miglior monumento se, a riguardo della storia di Trento di ieri e di domani, sarà… una Mariapoli con sapore anche ecumenico”. E concluse:  “Voi avete questa missione!”.

Era stata un'aderente del Movimento di Cadine, Nostra Fadanelli, a donare 9 ettari di bosco, in parte edificabile, per realizzare l'edificio (opera dell'architetto Carlo Fumagalli, realizzata con la prestazione di tanti volontari) su monte chiamato grum: “Questa casa costruita sulla roccia ci ricorderà con il suo nome la casa sulla roccia di cui parla Gesù. Vengono venti e bufere, ma non crolla”, disse allora Chiara Lubich, applauditissima perchè non tornava a Trento da 38 anni.

Sabato 23 varie testimonianze daranno conferma che “il Centro di Cadine ha tenuto fede alla propria vocazione – come osserva Paolo Crepaz – quella di essere un luogo di incontro e di formazione per quanti desiderano impegnarsi a irradiare la vita del Vangelo e a riportare con l'amore reciproco la presenza di Dio nel mondo”.

Fin dalla costruzione iniziata nel 1982 con molti contributi artigianali volontari il Centro ha coinvolto centinaia di persone, anche di altre religioni: vi hanno tenuto i loro incontri vescovi “amici del Movimento”: lo scorso anno erano ben 52 e scesero a celebrare in un Duomo che non vedeva così tanti vescovi dai tempi del Concilio.

Altri meeting affollatissimi di giovani e ragazzi si sono tenuti in modo silenzioso – come tante visite in città sui luoghi cari a Chiara – ma sempre ispirati dalla spiritualità di comunione. Ricordo che quel giorno di trent'anni fa Chiara concluse il suo intervento con un richiamo all'operosità: “Oggi abbiamo passato un'intensa giornata di festa e ce la siamo goduta, ma ora dobbiamo rimetterci sull'attenti, rimetterci ad amare: è l'unica cosa che vale”.

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