Un senso al dolore

Arnaldo Pangrazzi agli operatori della salute: “Occorre far riattivare alla persona le molte risorse di senso che custodisce dentro sè, ma che il dolore spesso fa dimenticare”

Esistono parole e gesti sananti, esiste un modo tipicamente cristiano di stare vicino agli ammalati realizzando anche una delle opere di misericordia nell'anno giubilare appena iniziato? Doveva rispondere a queste domande decisive padre Arnaldo Pangrazzi, sacerdote camilliano, docente di pastorale sanitaria all'Istituto internazionale Camillianum di Roma, invitato al convegno “Alla fonte della misericordia per offrire a tutti misericordia” organizzato domenica 24 gennaio all'oratorio del Duomo di Trento dalla Consulta diocesana per la Pastorale della Salute, in preparazione alla 24^ Giornata Mondiale del Malato dell'11 febbraio sul tema: “Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria: Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2,5).

“Ma gli ammalati – spiega il professor Pangrazzi – soffrono soprattutto perchè pensano che il loro dolore non abbia alcun significato. E questa disperazione spesso li fa soffrire molto di più della malattia in sè”. Per testimoniare una vicinanza autentica si deve imparare ad essere presenti, ascoltando la fatica dell'altro, consolandolo con gesti semplici come tenergli la mano. Inoltre per aiutare nella sofferenza occorre, anche supportati da una formazione specifica, far riattivare alla persona le molte risorse di senso che custodisce dentro sè, ma che il dolore spesso fa dimenticare. “Indispensabile rimane mantenersi disponibili a un dialogo aperto con la consapevolezza che anche gli ammalati ci insegnano molto sul senso dell'esistere”. Pangrazzi ha suggerito anche di prendere a modello il Buon Samaritano (cfr Lc 10, 25-37) il quale vedendo uno sconosciuto ferito lo soccorre, ne ha compassione e così ci dà l'esempio del giusto approccio a chi soffre.

Durante il pomeriggio venivano presentate due proposte della Consulta diocesana in sintonia con l'anno giubilare, attuabili in ogni comunità parrocchiale. Nella prima si propone alle comunità parrocchiali, in concomitanza alle Giornate giubilari mensili ove la Chiesa ricorda i Santi vicini a chi soffre, l'organizzazione di un'opera di misericordia. Opera da concretizzarsi in una visita ai malati, preceduta o seguita da un momento di preghiera e riflessione e completata se possibile con la celebrazione della Messa dedicata a quel particolare Santo (aiutandosi con i sussidi “Visitare i malati. Consolare gli afflitti”, ritirabili presso la sede della Consulta in Via Barbacovi ,10 a Trento). La seconda proposta consiste nell'organizzazione, sempre nelle Giornate giubilari, di serate informative su un tema legato a sofferenze particolarmente presenti in un dato territorio. Ricordiamo poi che domenica 18 settembre si celebrerà il Giubileo degli Ammalati in Cattedrale a Trento. Anche il nostro Arcivescovo notava come spesso la malattia venga nascosta, dai media in particolare, contrariamente ai Vangeli i quali testimoniano come per Gesù la cura dei sofferenti fosse una parte essenziale della sua missione.

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