L’attenzione ai malati al centro di ogni azione pastorale

È consuetudine, nella nostra diocesi, che la Giornata Mondiale del Malato (GMM), venga preparata da un Convegno diocesano che, riprendendo da un lato il tema conduttore della giornata stessa, dall’altro lato rilanci l’impegno a favore delle persone più fragili.

Il vescovo Lauro, in occasione del Giubileo dei malati e di tutti coloro che li hanno a cuore, diceva: “Adesso un impegno che ci prendiamo davanti ai malati. Facciamo in modo che nelle nostre comunità si viva il mandato di Gesù 'andate, guarite i malati, annunciate il Regno'. Di queste due cose non è che si può fare l’una senza l’altra. È fondamentale perché ci sia la comunità del Signore Gesù. Quindi non è un’opzione prendersi cura dei malati, è un indizio di Regno presente e quindi davanti a questi malati, cominciando da me, non lo do agli altri, è meglio che impari io per primo, ci prendiamo l’impegno come Chiesa diocesana che nessuna comunità trasgredisca il mandato di Gesù andate, guarite i malati”.

Il Convegno vuole situarsi dentro questo sforzo di tutta la Chiesa diocesana di mettere i malati al centro. O forse dovremmo parlare di “rimettere” perché la Chiesa delle origini (e anche le narrazioni che riguardano san Vigilio e i Martiri in Anaunia lo attestano) ha sempre coniugato l’annuncio del Vangelo con la cura dei più fragili, continuando in questo l’opera stessa di Gesù. Poi, forse, ci siamo un po’ persi per strada presi da mille altre preoccupazioni pastorali… Allora, Convegno diocesano come occasione per rilanciare le parole del vescovo Lauro e per cercare di renderle incarnate.

Tema del Convegno è il tema stesso della GMM: “Stupore per quanto Dio compie: «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente…» (Lc 1,49)”. Stupore per l’opera di Dio che, come scrive papa Francesco in occasione di questa giornata, attraverso «lo sguardo di Maria, Consolatrice degli afflitti, illumina il volto della Chiesa nel suo quotidiano impegno per i bisognosi e i sofferenti. I frutti preziosi di questa sollecitudine della Chiesa per il mondo della sofferenza e della malattia sono motivo di ringraziamento al Signore Gesù, il quale si è fatto solidale con noi, in obbedienza alla volontà del Padre e fino alla morte in croce, perché l’umanità fosse redenta. La solidarietà di Cristo, Figlio di Dio nato da Maria, è l’espressione dell’onnipotenza misericordiosa di Dio che si manifesta nella nostra vita – soprattutto quando è fragile, ferita, umiliata, emarginata, sofferente – infondendo in essa la forza della speranza che ci fa rialzare e ci sostiene».

Il Convegno si svolgerà sabato 28 gennaio presso l’oratorio del Duomo, dalle ore 14 alle 18. Dopo una breve riflessione iniziale dell'Arcivescovo, il tema verrà poi svolto da Suor Chiara Curzel, religiosa delle suore Figlie del Cuore di Gesù di p. Venturini, docente di Patrologia presso lo Studio Teologico di Trento e di Letteratura Cristiana Antica presso il Corso Superiore di Scienze Religiose di Trento. Alla relazione di suor Chiara seguiranno tre testimonianze portate da tre persone che nell’ultimo anno si sono impegnate in un servizio a fragilità di tipo diverso, facendo esperienza diretta di questo stupore per l’azione di Dio. Prima delle conclusioni, curate dal delegato diocesano don Piero Rattin, ci sarà anche la possibilità di entrare in dialogo con la relatrice.

Vanda Giuliani

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