Non più schiavi né schiave

Lunedì 8 febbraio una Giornata internazionale di preghiera e riflessione sulla tratta di esseri umani

Per accendere i riflettori sul fenomeno della tratta di esseri umani, per il secondo anno consecutivo diverse istituzioni di Chiesa e organizzazioni della società civile – che operano per il contrasto della tratta e il recupero delle vittime – promuovono lunedì 8 febbraio una Giornata internazionale di preghiera e riflessione. La Giornata si celebra nel giorno della festa di Santa Giuseppina Bakhita, la schiava sudanese liberata e divenuta religiosa canossiana, canonizzata nel Duemila.

La tratta di esseri umani è una delle peggiori schiavitù del XXI secolo. Ed è una delle attività illegali più lucrative al mondo: rende complessivamente 32 miliardi di dollari l’anno ed è il terzo “business” più redditizio, dopo il traffico di droga e di armi. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) e l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc), 21 milioni di persone, spesso povere e vulnerabili, sono vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale o lavoro forzato, espianto di organi, accattonaggio forzato, servitù domestica, matrimonio forzato, adozione illegale e altre forme di sfruttamento. Ogni anno, 2 milioni e mezzo di persone sono vittime di traffico di esseri umani e riduzione in schiavitù; il 60 per cento sono donne e minori. Spesso subiscono abusi e violenze inaudite.

In Italia ci sarebbero dalle 50 alle 70 mila donne vittime di tratta per lo sfruttamento sessuale, la maggior parte straniere, oltre la metà nigeriane e moltissime minorenni. Ci sono pure circa 400 mila lavoratori (di cui l’80 per cento immigrati) che rischiano di essere vittime del caporalato e di ritrovarsi sfruttati e ridotti in condizioni servili.

La Caritas e le congregazioni religiose femminili sono state tra le prime, in Italia, a leggere il fenomeno e a offrire soluzioni alternative ai nuovi schiavi, specialmente alle donne vittime di sfruttamento sessuale. Solo nelle case famiglia gestite dalle religiose in tutta Italia sono state accolte e offerte opportunità di libertà, dignità e legalità a oltre 6.000 donne in gran parte straniere.

Purtroppo, dopo tanti anni di contrasto e di interventi a favore delle vittime, non si nota una diminuzione del fenomeno, bensì ci troviamo di fronte a un costante aumento e mutamento delle forme delle tratta e delle modalità dello sfruttamento. C’è quindi un grande bisogno di intensificare gli interventi sia di prevenzione e sia di contrasto, nonché rilanciare i programmi di reintegrazione sociale e i rimpatri assistiti di coloro che desiderano ritornare a casa in dignità.

La Giornata coinvolgerà le diocesi, le parrocchie, le congregazioni religiose maschili e femminili e le varie organizzazioni cristiane e laiche proprio per far crescere la consapevolezza intorno a questo fenomeno, offrendo nel contempo occasioni per riflettere sulla situazione globale di violenza e ingiustizia che colpisce tante persone, che non hanno voce, che non contano, che sono semplicemente schiavi.

Di fronte a un fenomeno in costante cambiamento, con un maggior numero di vittime, sempre più giovani, inesperte, analfabete e facilmente ricattabili, nell’anno del Giubileo della Misericordia l’invito è a cercare di dare risposte a questo fenomeno, attraverso azioni concrete e coraggiose per aiutare i nuovi schiavi di oggi a rompere le loro pesanti catene di schiavitù per riappropriarsi della loro libertà.

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