Il “nostro” arcivescovo

“Abbiamo accolto questa notizia con grande gioia”. Sono parole emozionate quelle di don Flavio Girardini, decano di Rendena e parroco di Carisolo e Giustino, paese che il primo novembre del 1962 diede i natali al nuovo arcivescovo di Trento. “Se ce lo aspettavamo? Sono sempre previsioni difficili ma, certo, don Lauro era in una posizione tale da essere uno degli episcopabili”, commenta don Flavio che conosce bene il nuovo arcivescovo. “È una persona tenace, che ha grande cognizione della realtà trentina. Sono certo che saprà portare avanti – dando una preziosa e positiva continuità – il lavoro svolto nelle nostre comunità, durante il suo mandato”, continua il decano. “Non ho ancora sentito il nuovo vescovo, meglio lasciarlo in pace per adesso, si sa quanto sia caotico il momento…”, chiosa.

Cosa chiede don Flavio al nuovo vescovo? “Di stare vicino alle comunità, soprattutto a chi si sta allontanando dal Signore. Che sia una guida capace di stimolarci e aiutarci a metterci – giovani, famiglie, anziani – sulla Sua strada. Un compito impegnativo, importante. Pregherò, pregheremo tutti per lui”.

C'era grande attesa attorno all'annuncio della nuova guida della diocesi di Trento. A ribadirlo, ai microfoni di radio Trentino inBlu è don Ivan Maffeis, vicedirettore dell'Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali. “Attendevamo da un anno la decisione del Santo Padre che arriva nel momento giusto: in don Lauro troviamo un pastore”, spiega don Ivan. “Chi lo conosce e ha avuto modo di ascoltarlo sa che il cuore di don Lauro è il cuore di un parroco, di un prete che vive in mezzo alla gente, spendendosi per la sua comunità con quella carica di speranza che viene dal Vangelo, ben consapevole delle difficoltà che la gente incontra nella vita quotidiana”.

Don Ivan parla di un orgoglio che va oltre al campanile, ma che “deriva dalla fatto che come vescovo è stato scelto un uomo della nostra terra, che ha nel dna l'amore per la gente, che conosce bene parrocchie e preti. Un uomo concreto come la sua fede che nasce dall'incontro con Gesù nella sofferenza e nella fatica”.

Il Papa ha chiesto ai vescovi di essere pastori. “Con semplicità e concretezza, don Lauro sa stare con la gente, 'stare davanti', condurre, dare indicazioni, trascinare. Ma ha anche la capacità di 'stare dietro', al passo di chi fa più fatica, di chi subisce il peso di una divisione in famiglia, di un lutto, della malattia, del disagio psichico”.

È commosso, in diretta su Trentino inBlu, mons. Agostino Valentini, rendenero e decano di Mezzolombardo, che la notizia l'ha appresa proprio sulle frequenze della “sua” radio. “Sono davvero felice: la Rendena ha espresso una bella successione di personaggi che hanno fatto del bene alla nostra diocesi”, spiega. “Ho davanti agli occhi una preghiera di Sant'Agostino ed è questo l'augurio che rivolgo a don Lauro: Siano le tue Scritture le mie caste delizie; ch’io non m’inganni su di esse, né inganni gli altri con esse. Signore, guarda e abbi pietà. Signore Dio mio, luce dei ciechi e virtù dei deboli, e tosto luce dei veggenti e virtù dei forti; volgi la tua attenzione sulla mia anima e ascolta chi grida dall’abisso. Mi auguro che il nuovo successore di Vigilio abbia sempre questa vicinanza a Dio”.

Rendenero doc è anche mons. Giulio Viviani, direttore dello Stat e assistente diocesano di Azione Cattolica, che accetta sorridendo la battuta sulla “leadership” rendenera: “E’ vero però che la nostra valle in passato ha saputo dare molti sacerdoti e varie vocazioni religiose alla diocesi: fa piacere che ora esprima anche il nuovo Arcivescovo”. Cerimoniere in Cattedrale, mons. Viviani preferisce soffermarsi sull’accompagnamento di questo tempo di attesa: “L’ordinazione episcopale sarà un momento davvero importante e storico per la nostra Chiesa”.

Ad esprimere la voce della comunità di Giustino è, infine, il sindaco Joseph Masé. “Siamo felici e orgogliosi: il paese è già in festa”, commenta il primo cittadino. “Ho potuto scambiare qualche parola con la sorella Iva, maestra elementare, che vive qui come la madre e gli altri fratelli. Ogni volta che don Lauro torna in paese a trovarli, celebra sempre Messa nella sua parrocchia. È sempre rimasto legato alle sue radici, e questo per un sindaco non può che far piacere perché credo che conoscersi tra persone e saper mantenere saldi i rapporti negli anni, sia proprio la forza dei piccoli paesi”, spiega ancora Masè che conclude: “Il nuovo vescovo di Trento è una persona di grandissima umanità, capace, esemplare. Gli auguro un buon lavoro e sono sicuro che saprà rappresentare la nostra Diocesi in maniera ineccepibile”.

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