Le prime scelte con sobrietà e misura

Sobrietà e misura. Le prime decisioni del nuovo vescovo sono improntate a uno stile che chi lo conosce da tempo non fatica a riconoscere. Dopo il pasto consumato insieme all'Amministratore apostolico Luigi Bressan (abituiamoci a chiamarlo così, almeno fino a quando, con l'ingresso ufficiale in Diocesi di don Tisi, non diventerà “arcivescovo emerito”) e la sosta in preghiera in Cattedrale, sempre con Bressan, a impetrare la benedizione di Vigilio, don Tisi ha confidato a chi gli stava vicino la decisione di non andare ad abitare in episcopio. Palazzo Ceschi, sede di Curia e abitazione di Bressan nei sedici anni del suo episcopato, come il Palazzo apostolico in Vaticano (disdegnato da Papa Francesco, che gli preferì Casa Santa Marta)? Meglio non azzardare parallelismi. “Resterò ad abitare dove sono ora”, ha detto. Cioè a Casa S. Vigilio, in via Barbacovi, la palazzina che ospita alcuni appartamenti dati in uso a sacerdoti diocesani e sede anche di alcuni uffici pastorali. Don Tisi ha deciso anche di tenersi la sua utilitaria, lasciando a Bressan l'Audi utilizzata dal vescovo in questi anni.

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