“Vicinanza a chi soffre e impegno per il bene comune”

“In Trentino in questi anni ho incontrato persone buone e generose, che sanno piegarsi con tenerezza per soccorrere i tanti feriti dalla vita. Su queste persone conto tantissimo”

Le prime parole del vescovo Lauro Tisi alla Chiesa di Trento, pronunciate in sala Clesio subito dopo l’annuncio della sua nomina.

“Mai avrei immaginato di diventare Vescovo: chi mi conosce sa che il desiderio della mia vita è sempre stato quello di essere parroco. Di fatto, di volta in volta, mi sono stati affidati compiti che non avevo minimamente chiesto. Con questo stesso spirito, ho accettato la nomina del Santo Padre a guidare la nostra Chiesa, convinto che dall’obbedienza sgorgano pace e forza.

Davanti alla sproporzione tra questo compito e le mie capacità, mi affido al Signore, che manifesta la sua forza nella debolezza.

Conto su di voi, sulla vostra cordiale collaborazione e, fin d’ora, sulla vostra paziente comprensione. Sono fiducioso: in Trentino in questi anni ho incontrato persone buone e generose. La nostra terra, insieme e prima delle bellezze naturali, annovera uomini e donne belli, che sanno piegarsi con tenerezza per soccorrere i tanti feriti dalla vita. Su queste persone conto tantissimo.

Un grazie dal profondo del cuore all’Arcivescovo Luigi per la fiducia e la stima immensa che mi ha sempre accordato, come per la speranza con cui ha svolto il suo ministero, cercando di valorizzare e incoraggiare il positivo. L’augurio è che possa servire ancora per tanto tempo la Chiesa. Io cercherò di fare la stessa cosa: valorizzare il positivo e invitare alla speranza.

Il mio sguardo ha davanti a sé tutto il Popolo di Dio che vive nella Chiesa di Trento. Insieme, io accanto ad ogni battezzato, siamo chiamati ad affrontare la sfida di un mondo che sembra disinteressato al Vangelo, ma in cui dobbiamo riconoscere tutti come figli dello stesso Dio.

La mia vicinanza va poi ai sacerdoti anziani e ammalati; ai parroci, provati da un carico di lavoro sempre maggiore; ai giovani preti e ai seminaristi, così come ai religiosi e alle religiose, testimoni della radicalità evangelica; ai nostri missionari e ai Vescovi di origine trentina, segno eloquente di una Chiesa che ha come prospettiva il mondo; ai diaconi e agli operatori pastorali; a tutti coloro che, in modi diversi, si rivelano preziosi costruttori di Comunità.

A quanti si occupano del bene pubblico, assicuro fin d’ora la mia disponibilità a condividere la responsabilità nel promuovere il bene comune.

In questo orizzonte, mi impegno a camminare con quanti sono provati dal disagio e dalla malattia; con chi si sente privo di futuro, perché escluso dal mondo del lavoro; con le famiglie, soprattutto quelle ferite, anch'esse vitali per la società tutta, grazie alla loro capacità di educare, custodire e accompagnare.

Il Padre, nell’umanità di Gesù Cristo, ci ha rivelato il volto di un Dio inedito e sorprendente, che nel Suo Figlio Gesù Cristo entra dalla "porta di servizio", per indicarci la gioia di farsi ultimi, scomparendo, come unica e autentica via per amare. A Lui chiedo il dono dello Spirito Santo, perché io possa vivere il ministero episcopale nell'umiltà di chi sa che tutto gli è donato, di chi non vuole attirare l'attenzione su di sé, ma la orienta a Colui che è la fonte della Vita.

Grazie, pregate per me”.

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