“Il suo stile? Come il falegname di Nazareth”

E' passata una settimana dalla nomina di mons. Tisi che ha destato una certa sorpresa ma anche diffuso entusiasmo nella comunità trentina. Con questo numero apriamo uno spazio fisso dedicato all'accoglienza del nuovo pastore e alle sfide che lo attendono

«Solo un Papa come Francesco poteva regalarci un pastore come don Lauro!». A qualche ora di distanza dalla nomina è grande la gioia nella comunità trentina delle “Figlie di S. Camillo” per il neo eletto Arcivescovo di Trento monsignor Tisi.

“Una nomina inattesa salutata dalle consorelle con giubilo del cuore – racconta la madre superiora suor Rosa Pesce – e con profonda gratitudine al Signore per questo dono alla Chiesa trentina e a tutta la comunità”.

Alla realtà sanitaria di via Giovanelli animata dalle Camilliane, mons Tisi ha sempre dimostrato grande stima (chiedendo ad alcune di loro in servizio presso l’Infermeria del Clero) e una vicinanza pastorale, che non è venuta meno neppure nella Giornata del Malato. “Ci ha confermato la sua presenza fresco di nomina celebrando la santa Messa nella cappella dell’ospedale, dove finora ogni sabato veniva per la liturgia eucaristica – prosegue suor Rosa – . Una grande emozione condivisa con gli ammalati, gli anziani e con tutto il personale”.

Anche l'annuncio di aprire al S. Camillo una Porta santa del Giubileo dopo la sua ordinazione episcopale è stato accolto come un segnale di grande conforto dalle religiose.

“Dobbiamo molto a don Lauro – confida ancora suor Rosa – Il Signore tramite Lui ci ha trasmesso tanto bene spirituale, ci ha guidato nei ritiri, negli incontri sulla Lectio divina, ci ha accompagnato nel cammino dell’ospedale coinvolgendoci nei progetti della pastorale della salute”. Preziosa anche l'esperienza di volontariato aperta ai giovani “Dando loro l'opportunità di entrare in ospedale – spiega – di incontrare gli ammalati e chi soffre, di avvicinarsi ai temi della malattia, della morte, del fine vita”.

Uno stile pastorale quello di mons. Tisi che si esprime nella sobrietà e nell’accoglienza, vicino al carisma camilliano dell’amore misericordioso verso gli infermi. “Lo stile pastorale di don Lauro è quello del falegname di Nazareth e del prete del ‘grembiule’ – precisa suor Rosa –, l’umanità di Gesù, come ci è proposta dal Vangelo, in questi anni l’abbiamo vista concretizzarsi nel suo servizio sempre nuovo e instancabile, nella sua capacità di ascolto e di rispetto di ogni persona. Sono certa che anche nel suo episcopato camminerà a fianco degli ultimi e cercherà di far comprendere il Vangelo non come un impegno ma come un dono, una bellezza di un amore incondizionato”.

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