“Trento e Aldeno-Cadine, questo matrimonio non s’ha da fare”

“Questo matrimonio non s’ha da fare”. A dare voce ai contrari alla fusione tra la Cassa Rurale di Trento e quella di Aldeno-Cadine (vedi VT n. 6/2016), che darà vita alla prima Rurale del Trentino per raccolta (2,7 miliardi) e impieghi (1,5), con quasi 18 mila soci e un patrimonio di 217 milioni di euro, si è presentato ufficialmente lo scorso 12 febbraio un comitato per il “no”.

Nel corso di un incontro con la stampa presso l'ex Casa del Clero, alcuni rappresentanti del comitato – Massimo Musolino, il docente universitario Alberto Zanutto e Andrea Bontempelli, già responsabile risorse umane della Cassa rurale di Aldeno – hanno illustrato le ragioni dell'opposizione a un progetto che, sostengono, non è di fusione ma piuttosto di incorporazione della Rurale di Aldeno da parte di quella di Trento (di cui si denuncia l'atteggiamento “prevaricante”) e hanno presentato un manifesto con 14 domande e risposte “per consentire ai soci una scelta ponderata e consapevole”.

In sintesi, le critiche riguardano lo scarso peso attribuito ai rappresentanti di Aldeno nella nuova banca (“tre amministratori su 14 nel nuovo consiglio di amministrazione”, pur portando in dote “un patrimonio che vale la metà del loro”: 70,134 milioni di euro contro i 148,366 milioni della Cassa rurale di Trento, e oltre tutto “ai nostri amministratori sarà preclusa la carica di presidente, direttore e vicedirettore”); la possibile perdita di una ventina di posti di lavoro tra Aldeno e Trento; un concambio “iniquo” delle quote (4 a 1).

Il comitato per il no indica dei modelli alternativi di fare banca che la Cassa Rurale di Aldeno e Cadine potrebbe seguire: continuare da soli (in proposito si ricorda che dopo due ispezioni della Banca d’Italia i conti sono stati “ripuliti” dalle sofferenze contabilizzando correttamente le perdite) oppure fondersi con una banca di pari interesse e con continuità territoriale (ad esempio la Cassa Rurale Valle dei Laghi). E nell’assemblea che ad aprile dovrà decidere in un senso o nell’altro, il comitato per il no chiederà di votare non per alzata di mano ma su scheda cartacea, per far saltare l’approvazione della fusione (serve il parere favorevole di almeno 3/5 dei soci).

Nel frattempo ha preso il via lunedì 15 febbraio una serie di incontri promossi dalle Rurali di Trento e di Aldeno-Cadine per illustrare ai soci e ai clienti il progetto di fusione. Ci saranno anche quelli del comitato per il no, che lamentano anche la scarsa informazione finora assicurata ai soci in merito alla fusione.

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