Morricone, oltre l’Oscar

Sono stato colto un po’ di sorpresa, lunedì mattina, quando mi è stato chiesto di scrivere qualcosa su Ennio Morricone che nella notte aveva ricevuto l'Oscar, a 87 anni, per le musiche del film di Quentin Tarantino The Hateful Eight. Mentre pensavo a quanto affrettatamente avessi accolto l’invito, mi è tornata in mente la prima volta che ho incontrato Ennio, nella seconda metà degli Anni ’80. Qualche anno prima avevo iniziato a occuparmi di “sussidi audiovisivi” per la didattica e poi, per promuovere la conoscenza del linguaggio cinematografico anche al di fuori delle scuole, avevo fatto nascere il Centro di Documentazione Visiva (poi Centro Audiovisivi e infine Format) e insieme ad esso anche il Festival Trento Cinema-La Colonna Sonora e il Concorso internazionale di composizione di Musiche per il Cinema. E’ stato così che ho conosciuto Morricone.

Un comune amico parlò di me al Maestro e nel giro di pochi giorni fui invitato nella sua casa, a pochi passi da Piazza Venezia, a Roma. Così mi trovai davanti quello che già allora era considerato uno dei più grandi compositori della musica per il cinema di sempre. Certo non molti conoscevano tutte le colonne sonore delle circa trecento pellicole a cui aveva già collaborato, ma tutti avevano fischiettato almeno una volta i motivi dei western di Sergio Leone. Evidentemente vide il mio impaccio e si preoccupò immediatamente di mettermi a mio agio. Prima si informò sul festival, poi mi mostrò lo studio dove si ritirava per ore e ore tutti i giorni a studiare e scrivere, accettò l’invito di partecipare alla Giuria del Concorso (tornò anche per l’edizione successiva), infine mi donò un nastro magnetico, con una sua musica originale che avrei potuto utilizzare per la sigla del Festival. Non avrei mai pensato che un personaggio tanto importante potesse prendere così a cuore una piccola iniziativa proposta da un giovane che nessuno conosceva nel rutilante mondo del cinema. Inutile dire che la presenza di Morricone, insieme al fatto che Wenders aveva messo a disposizione scene inedite de Il Cielo sopra Berlino per il concorso di composizione, misero le ali all’iniziativa. Di quella e della successiva edizione, parlarono un po’ tutti. Purtroppo l’esperienza finì di lì a poco: a politici e dirigenti della Cultura che ci avevano creduto seguirono altri ai quali non importava nulla.

In quegli anni Morricone lo rividi più volte, spesso insieme all’inseparabile compagna della sua vita, Maria, a cui ha dedicato tutti i premi più importanti. Ancora oggi credo di dovergli molto, non solo per la generosità con cui ha sostenuto il mio impegno professionale di quel periodo ormai lontano, ma anche perché ha rappresentato per me la conferma più evidente e convincente di quanto i miei genitori e nonni avevano cercato di insegnarmi: il talento di cui ci è stato fatto dono non basta, è solo una buona base di partenza, il resto è studio, applicazione, tenacia, disciplina quotidiana, il tutto condito da una grande passione, per il proprio lavoro, per l’arte e per la vita.

Vittorio Curzel

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