“Anche il legno deve ‘cantare’…”

Imer – Potremmo chiamarlo lo “Stradivari” di Primiero. Romano Doff Sotta di Imer, classe 1931, grande amante della musica e liutaio per passione, ci accoglie cortesemente nella sua casa-laboratorio. “Per oltre quarant’anni ho fatto il falegname – racconta – e già età di 14/15 anni ho incominciato a costruire le ruote dei carri, che a quel tempo erano di legno”.

La passione per il violino è innata. Da giovane aveva iniziato a suonare il mandolino, ma “ho cambiato quasi subito perché il violino aveva qualcosa che mi affascinava”. Alcune persone lo suonavano anche in paese e da loro Romano prese le prime, rudimentali, lezioni. “I violinisti locali erano tutti autodidatti e dilettanti”, precisa. “Per imparare a suonarlo davvero bene avrei dovuto andare via, ma allora i tempi non lo permettevano”.

Una volta raggiunto il pensionamento, Romano ha però potuto dedicarsi a tempo pieno alla costruzione del suo strumento prediletto. Per la sua formazione, molto utile è stato l’aver conosciuto alcuni amanti del settore e alcuni liutai di Cremona. “Il primo che ho costruito è stato provato dal Primo Violino della Fenice di Venezia con un giudizio molto positivo”, racconta. “Ho regalato anche un violino ad Eva Piovesan, violinista e insegnante di musica”. Proprio a Eva, l'artigiano si affida per “testare” ogni strumento. “Li costruisco ma non so suonarli…”.

È vero, ma Romano non si perde neanche un concerto per archi (in valle ma non solo), talmente grande è la sua passione per questo strumento. La sua abitazione è diventata un piccolo museo: in armadietti di vetro sono custoditi violini, viole e violoncelli realizzati dal 1997 ad oggi; a questi si deve aggiungere anche una ghironda.

Strumenti che se dal punto di vista musicale funzionano perfettamente e sono di buona fattura, sono delle vere e autentiche opere d’arte per i lavori di intarsio e disegni. “Li costruisco per intero”, sottolinea. “Le uniche parti che compero sono le corde, il ponticello e l’ 'attacco' della mentoniera. Tutto il resto è opera mia”.

Anche Romano ha i suoi segreti? “Nessun segreto particolare”, risponde. “Scelgo accuratamente tutti i materiali. Per quanto riguarda il legno, presto particolare attenzione alla venatura: questa deve essere sempre regolare! Ogni volta che realizzo la tavola superiore dello strumento l’ascolto bene all’orecchio: se non ‘canta’, la rifaccio. Per mia curiosità poi, peso sempre le singole parti dello strumento. Infatti, un violino Stradivari, senza mentoniera, ha un peso di circa 383 grammi e la tavola superiore 66 grammi. Ebbene, io voglio restare in questo peso”. Osservando le forme, confida Romano, “a quello dello Stradivari, preferisco quelle del Guarnieri”.

Ma quanto si impiega per realizzare un violino? “Per uno normale 250 ore; per uno con intarsi, invece, ci vuole tutto l’inverno”, risponde Romano, che si è costruito anche tutti gli attrezzi per poter creare queste opere. Oltre all’intarsio, utilizza altre tecniche come la polvere d’ebano che usava anche Stradivari; l’osso di cervo che con grande pazienza riesce a modellare nei minimi particolari.

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