L’abbraccio della misericordia

La comunicazione della teologa valdese Lidia Maggi sull’ancoraggio biblico della proposta di Papa Francesco

Con la comunicazione di Lidia Maggi, teologa e pastora battista a Varese, si è concluso nella parrocchia urbana di San Carlo, l'affollata serie di incontri su “Vivere il Giubileo a più voci in armonia con la misericordia che tutto abbraccia” che ha avuto come ospiti anche Massimo Giuliani per il pensiero ebraico e la mussulmana Sharzad Houshmand Zaden (vedi numero scorso). Una “scuola di base” assai partecipata, che offre stimoli nuovi (da riprendere anche sul web grazie alla possibilità di riascoltare gli interventi) e percorsi innovativi di ascolto. Andando alla scoperta di una Parola condivisa, in un effettivo “abbraccio della misericordia” (oltre a quello caloroso a fine incontro con la relatrice) quale “capacità di riconoscersi e di accogliersi”; lo ha sottolineato Maggi prendendo lo spunto dal tema, “di cui la società odierna ha più che mai bisogno. Fra parentesi va detto che i valdesi hanno collaborato con la Comunità di Sant’Egidio, i metodisti e la Diocesi di Trento per la realizzazione del corridoio umanitario dal Libano e che ai valdesi il Papa ha chiesto perdono “per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani”, tenuti dai cattolici nella storia.

La teologa Maggi si è soffermata sull’anno del Giubileo, così come annunciato nella Bibbia nel Levitico (25,22), quale rivoluzione nei rapporti economici allo scadere dei 50 anni, specie dei settori più deboli della comunità, debitori privati dei loro beni, affrancati in occasione dell’anno giubilare. Le fragilità dei tempi odierni con una società e un’economia che non sono in grado di farsi carico dei più deboli devono costringere tutti a riconoscersi come soggetti bisognosi di aiuto e a considerare – secondo Maggi – la misericordia quale superamento delle fragilità nell’ambito di un nuovo sistema economico. No quindi a scelte che producono disparità ed emarginazione, vivendo invece lo spirito evangelico delle prime comunità cristiane. “La terra è di Dio e tu sei una sua creatura – ha detto la pastora facendo eco alle parole di Bergoglio nell’enciclica “Laudato sì’”. Interrogarsi sulla misericordia significa guardare al tipo di società che si sta costruendo alla base della quale va collocato un nuovo sistema di valori basati sulla giustizia, riconoscimento dei diritti di tutti. 

Circa il richiamo al perdono, Lidia Maggi ha citato l’episodio giovanneo dell’adultera con Gesù in cui la legge è contrapposta alla misericordia, l’insidia alla verità: “va e d’ora in poi non peccare più”, le parole di Gesù pronunciate nel silenzio più totale, a tu per tu. “Il perdono lo si conosce nell’ambiente relazionale e in tempo di Quaresima è ben esplicitato dalle Parole di Gesù (“Padre perdona loro che non sanno quello che si fanno”) – ha chiarito la relatrice. E’ sentirsi risollevati da un peso che ti rimette nella Chiesa, ma dove è Gesù ad attivare un meccanismo di pentimento e Dio a perdonare ‘gratuitamente’. La misericordia è dunque per Maggi la ‘grazia’ di Dio che “ci invita anche ad aiutare e assolvere gli altri”, certamente non in forma magica in quanto “i sensi di colpa fanno da tappo” impedendo di andare avanti. La misericordia del Giubileo deve ricomporre i rapporti con gli altri e le stesse religioni hanno bisogno dell’abbraccio di misericordia in quanto hanno prodotto spesso frutti di violenza e non di amore. Il suo augurio è che il Giubileo possa dire una parola forte per ‘rimettere anche i debiti alle fedi’.

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