Ritorno a casa

Sabato è stata inaugurata la nuova sede delle Acli all'Urban City. Nello stesso luogo, settant'anni fa, si cominciava a scrivere una parte della storia aclista della nostra Regione

Dopo sedici anni gli uffici delle Acli ritornano, da via Bezzi, nella loro sede originaria all'Urban City di via Paoli 1. Proprio lì dove, nel 1946, nacque il primo sportello trentino specializzato in previdenza pubblica e danni infortunistici, oltre al primo circolo provinciale delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani. Qui, nello stesso posto dove fino a poco tempo fa si trovava la vecchia stazione delle corriere. E da dove, settant'anni fa, iniziò una parte della storia aclista della nostra Regione.

“Fu proprio un roveretano, il senatore Giuseppe Veronesi, a portare insieme ad altri in regione il primo servizio di consulenza per i lavoratori esteso su tutto il territorio”, spiega Fausto Gardumi, presidente delle Acli trentine. “Veronesi faceva parte infatti di quella delegazione che dal '45 avrebbe poi avviato questo modello in tutto il nord Italia”.

Così quello che oggi è per molti un ritorno alle origini, si è concretizzato qualche giorno fa con il taglio del nastro della nuova sede roveretana, che da febbraio si è spostata all'Urban City. Qui, in 280 metri quadrati, sono ospitati gli uffici del Caf per l'assistenza fiscale, Icef e Isee, successioni, contratti di locazione e paghe dei lavoratori domestici, il Patronato per le consulenze previdenziali e la tutela dei lavoratori, il Cta con le sue proposte di turismo sociale ed il Caa per i servizi agli imprenditori agricoli. Al suo interno c'è anche una sala riunioni per 30 persone ed un ufficio con sala che ospiterà le attività del Circolo Acli.

Di fatto la nuova struttura, che è stata benedetta dal decano don Sergio Nicolli e ospita dodici dipendenti a pieno regime, coprirà i bisogni della cittadinanza per tutto il territorio della Vallagarina e degli Altipiani di Folgaria, Lavarone, Luserna e Brentonico. “Abbiamo deciso di spostarci appena ce ne è stata la possibilità, ora in questa sede, forse la più bella di tutto il Trentino, potremo continuare a garantire i nostri servizi, lavorando sui legami sociali anche come leva dello sviluppo locale”, continua Gardumi.

La storia delle Acli in Italia inizia nella capitale, nel convento di Santa Maria Sopra Minerva. È il 3 giugno 1944 cristiani, socialisti e comunisti firmano quello che passerà alla cronaca come “Patto di Roma”. Promotore è Achille Grandi, che ne diverrà il primo presidente. L'obiettivo di questa nuova organizzazione, secondo i padri fondatori, era affermare i principi cattolici dalle vita anche negli ordinamenti e nella legislazione, affiancando il lavoro dei sindacati unitari. Tra i loro costituenti c'era anche Giuseppe Veronesi, il primo sindaco di Rovereto del dopoguerra, che per quattro legislature fu eletto alla Camera dei deputati nelle liste della Dc. “Ho incrociato per la prima volta il mondo delle associazioni dei lavoratori cristiani quando ero parroco a Piedicastello”, ricorda il decano di Rovereto, don Sergio Nicolli. “Qui c'era il comitato Acli che partecipava alle prime manifestazioni contro la costruzione delle gallerie”.

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