Oltre il campanile

Dal prossimo 1° luglio le quattro Casse Rurali della zona daranno vita alla nuova e unica Cassa Rurale Alta Valsugana. “Un progetto di fusione che salvaguarda non solo un patrimonio economico e finanziario, ma anche e soprattutto, di valori cooperativi”, dice il presidente della Cassa Rurale di Pergine, Franco Senesi

È un'autentica rivoluzione quella che stanno costruendo in questi mesi nel settore del credito cooperativo le Casse Rurali dell'Alta Valsugana: dal prossimo 1° luglio cesseranno di esistere per lasciare il posto a un'unica “Cassa Rurale Alta Valsugana”. Le Casse Rurali di Caldonazzo, Levico Terme, Pinetana Fornace Seregnano e Pergine stanno abbattendo in tempi rapidi quei campanili che per decenni le hanno viste muoversi quanto meno autonomamente se non proprio in concorrenza. Un processo rapido quanto impensato fino a pochi mesi fa, con cui si cerca di rispondere adeguatamente ai rapidi cambiamenti di questi ultimi tempi.

“Lo scenario economico generale, nazionale e locale è mutato radicalmente – ha detto il presidente della Cassa Rurale di Pergine Franco Senesi all'incontro promosso lunedì scorso con i propri soci – e noi tutti abbiamo l'obbligo di interrogarci sulle nostre reali prospettive, cercando di individuare le migliori strategie per far evolvere le nostre realtà-verso un domani che garantisca le nuove generazioni”.

Che cosa è accaduto per convincere gli amministratori delle quattro Casse Rurali a sedersi attorno a un tavolo e trovare, in tempi quanto mai rapidi, un accordo? Semplicemente dal 2007 è cambiato il mondo ed è cambiato il modo di essere e fare banca. Le nuove normative introdotte nel settore, lo sviluppo crescente dell'innovazione tecnologica, la sempre maggiore pressione competitiva, il tutto collegato a una situazione economica locale quanto mai fragile hanno favorito un passo davvero “storico”, che consente di costruire un'unica, forte Cassa Rurale grazie all'apporto positivo di tutte e quattro. Nessun problema di “salvataggio”, è stato detto, ma solo la volontà di rafforzare adeguatamente il settore in Alta Valsugana. Un'operazione che è diventata apripista per altre operazioni analoghe che stanno interessando la Valsugana Orientale, la Rotaliana, la Valle di Non ed altre zone.

I dirigenti delle quattro Casse Rurali erano partiti ancora lo scorso anno, impostando un lavoro coordinato che ha permesso loro di presentare il progetto di aggregazione alla Banca d'Italia lo scorso 22 gennaio. A maggio ci saranno le assemblee delle singole Casse per sancire la fusione per incorporazione con la Cassa Rurale di Pergine e a fine giugno ci sarà l'assemblea generale degli oltre 10 mila soci per l'approvazione dello Statuto e quant'altro interessa la nuova Cassa.

Dal 1° luglio, salvo contrattempi tecnici dovuti agli organi di vigilanza, entrerà in piena attività la nuova Cassa. La sede sarà Pergine, il direttore Paolo Carazzai che attualmente dirige quella di Pergine, gli amministratori saranno complessivamente nove (per i primi tre anni due consiglieri per ogni ambito territoriale più il presidente che sarà eletto dall'assemblea). Il nuovo istituto di credito potrà contare su una raccolta di 1.650 milioni, impieghi per 1.150, un patrimonio di 175 milioni, un coefficiente di solvibilità del 17% (contro il 10,5% richiesto dalle autorità di vigilanza, dopo aver accantonato un enorme capitale per far fronte ai crediti deteriorati.

Si parte quindi con una base quanto mai solida che non lascia spazio ai dubbi o alle incertezze. “Un progetto di fusione – ha concluso Senesi – fatto avendo cura di salvaguardare un patrimonio non solo economico e finanziario, ma anche e soprattutto, di valori cooperativi”.

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