Da padre a figlio

Il passaggio del pastorale da mons. Bressan a mons. Tisi, un gesto di continuità per la Chiesa trentina. Una celebrazione gioiosa e intensa, di grande carica spirituale

Trento, 3 aprile – Lo Spirito invocato nel canto Veni Creator. La comunione dei santi, richiamata dalle litanie. La collegialità nell’abbraccio dei vescovi, l’amicizia dei confratelli preti, l’affetto dei familiari. E’ un pieno corroborante di presenze misteriose quest’ordinazione episcopale, ma il momento più toccante arriva quando il 76enne arcivescovo emerito, mons. Luigi Bressan, consegna al 54enne mons. Lauro Tisi il pastorale, accompagnandolo con l’invito a salire sulla cattedra vescovile, dalla quale egli ha annunciato il Vangelo per quasi 17 anni. L’assemblea applaude quel padre che ha grande fiducia nel suo ex vicario, conoscendone il cuore e le capacità. E insieme gioisce per quel “figlio della nostra terra”, pronto ad assumersi la stessa responsabilità.

Un passaggio che entra nei cuori e nella storia: mai prima d’ora nei 1600 anni post San Vigilio un arcivescovo trentino aveva ordinato l’arcivescovo di Trento. Eppure il rapporto fraterno fra i due non è solo record di continuità: è promessa di futuro, sottolineata dagli applausi di una liturgia esemplare.

Fin dall’arrivo in Duomo, accolto alla Porta della Misericordia dal parroco del Duomo don Andrea Decarli, dal decano del Capitolo mons. Ludovico Maule e dagli altri canonici, mons. Tisi sposta l’attenzione sul vero protagonista dell’Eucaristia: il Crocifisso da baciare, poi la benedizione con l’acqua, la sosta all’altare di Vigilio (dove si era inginocchiato anche il 10 febbraio scorso, il giorno della nomina) e la preghiera nella Cappella del Sacramento e del Croficisso. E' già gremita la Cattedrale – oltre 300 sacerdoti nei transetti, tanti religiosi e religiose, mescolati a laici per un totale di 2500 presenze circa, che non vedeva una processione così dai tempi del Concilio di Trento. Prima di mons. Tisi, “scortato” dal suo parroco di Giustino don Flavio Girardini e dall’amico mons. Giusepe Zadra, ecco mons. Luigi Bressan e con i due con consacranti, il patriarca di Venezia Francesco Moraglia  e il pastore di Bolzano-Bressanone, Ivo Muser. Con loro altri 24 vescovi, cinque di origine trentina (vedi a lato l’elenco). Il grazie dei laici Cecilia Niccolini e Pierino Martinelli (vedi a sinistra) che s'impegnano a camminare “popolo e pastore sulle orme di Gesù”, poi la liturgia della Parola con i testi della Domenica della Divina Misericordia, l’invocazione dello Spirito e la presentazione dell’eletto: “Avete il mandato del Papa?” chiede Bressan e la lettura della Bolla sottolinea la conoscenza del territorio da parte di Tisi e ricorda che “le parole smuovono, gli esempi trascinano”.

Nell’omelia Bressan illustra i compiti del Vescovo come pater familias, poi le nove risposte di Tisi all’interrogazione ne specificano gli impegni. A terra sul presbiterio in cui si prostrò anche nel 1987 per l’ordinazione sacerdotale e nel 1986 per quella diaconale, mons. Lauro sente nominare nelle litanie tre santi a lui cari: Lucia, patrona della parrocchiale di Giustino, Lauro (il monaco bretone festeggiato il 30 settembre) e Camillo de Lellis, apostolo della carità. Un silenzio greve, interrotto solo da gracidìo dei flash, accompagna l’imposizione delle mani e la grande preghiera di ordinazione,: don Lauro ha per “tetto” sopra la testa i Vangeli, a significare la pienezza sacramentale che gli altri riti esplicano. Dalla cattedra di Arcivescovo, invita per la prima volta a professare l’unica fede e accoglie i doni a sorpresa dalle mani dei fratelli Loris e Valerio (la sorella Iva aveva letto la prima lettura), da una religiosa e da fra Francesco Grassi, che assieme ai diaconi Daniel Romagnuolo e Massimiliano Detassis egli ordinerà prete il 18 giugno.

La corale del Duomo, arricchita dalle voci dei cori di Giustino e Spiazzo Rendena e da alcuni ottoni, le canne dell’organo suonate da Stefano Rattini e da un nipote di Tisi, Saulo Maestranzi, solennizzano l’ Eucaristia fino al momento in cui il nuovo vescovo a sorpresa esce in piazza Duomo dove tanti hanno seguito sul maxischermo la Messa difffusa in diretta da quattro televisioni, dalla radio diocesane e in streaming anche da tanti missionari. Dopo il ringraziamento di don Lauro (vedi pag. 17), sul palco il gradito omaggio musicale del Conservatorio Bonporti e il concerto del “Campanò”. Per oltre un’ora.

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