Sempre più dentro

Le tele di Mirta De Simoni Lasta in mostra in Cattedrale. Un viaggio interiore attraverso la pittura

È stata recentemente inaugurata nella cappella san Giovanni, all’interno della cattedrale di san Vigilio a Trento, la mostra personale di Mirta De Simoni Lasta dal bel titolo “Inside”. Bello non per una generica e pigra anglofilia ma perché in inglese “inside” rende meglio che non l’italiano “dentro” l’idea dell’approfondimento in un sotto-il-suolo (qui interiore) al limite dell’indicibile, che è il tema della mostra.

Monsignor Lodovico Maule, il decano del Capitolo, nel sottile quanto dotto catalogo enuncia e chiarisce che della De Simoni Lasta nell'abside settentrionale della cattedrale è stata esposta un’opera ispirata al testo dell’Apocalisse di san Giovanni: una grande tela solcata da un raggio di foglia d'oro che, astratta com’è, in questo tempo postpasquale diviene una qual sorta di pala d'altare espressa in un linguaggio a noi contemporaneo. Nella cappella ipogea invece sono esposte ben 12 grandi tele astratte, materiche e monocrome bianche o blu, che costituiscono un’unica installazione che sviluppa il concetto di viaggio emozionale ed introspettivo nell’interiorità. Quel viaggio “all’interno di noi stessi” che nelle parole della statunitense Anaïs Nin costituisce “il viaggio più lontano”.

Il viaggio interiore della pittura di Mirta De Simoni si materializza così in un intenso polittico scandito tra la profondità del blu e la luminosità assoluta del bianco. Nel valore simbolico del colore, nell'unità di un percorso diretto ad una profondità spirituale sempre più intenso e mai disperante. Fra citazioni da Mantegna e da Platone, dalla Sindone e da Dalì, da Schopenhauer e da Brueghel, da Klein e da Manzoni, ci risulta tangibile la coerente passione dell'artista per la sospensione di ogni certezza comune, per la vita che senza sosta si interroga e scruta dentro di sé, per la costante ricerca di un varco attraverso il silenzio e il buio. Itinerario quasi iniziatico, nell’aula silenziosa colma di storia e resa priva di luci esterne “Inside” trova il suo spazio ideale. Possiamo ben dire che è solo a questa condizione che l'intensità del tempo-spazio suggerito dall'artista può tradursi in esperienza vissuta anche dal visitatore.

Scrive don Marcello Farina: “Uno shock iniziale, benefico, seducente, ci accoglie: non sai se sia un cielo di nuvole bianche che poi si apre ad amplissimi spazi d’azzurro, o un oceano che dalla risacca spumeggiante ti spinge verso il suo centro, ornato di blu, che lo rende profondo. È già questo l’invito: 'Noi dobbiamo muovere senza fine verso un’altra intensità, per un’unione più completa, una comunione più profonda, attraverso il freddo buio e la vuota desolazione, il grido dell’onda, il grido del vento, la distesa dell’acqua…' (T. S. Eliot, Quattro Quartetti, E. C. v. 33 – 37).”

Continua su questa strada Giuseppe Calliari “Non è da tutti intraprendere la via della spogliazione e dell’ascolto, perché si tratta di una scelta sorretta da una raggiunta maturità umana ed espressiva. È la scelta di chi, esplorate altre vie, non arretra di fronte alla più esigente: sa di inoltrarsi in territori meno certi, meno abitati, meno luminosi e caldi, ma andare fino in fondo è divenuta esigenza primaria, nella solitudine della propria anima, sentita come preziosa e irrinunciabile. Un viaggio iniziatico percorso nel profondo, in quel ritorno a se stessi che è al centro di ogni itinerario sapienziale e che nell’invito di Agostino d’Ippona suona come esortazione carica di desiderio di autenticità: redde in te ipsum, fai ritorno in te stesso”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina