“Non diventi una terra dei fumi”

Un corteo colorato, che in forma pacifica dalla piazza di Tiarno di Sotto si è portato fino a quella di Tiarno di Sopra, per ribadire con forza il “no” alla costruzione della centrale a biomassa nell'ultimo paese della valle. Oltre un centinaio le persone che hanno marciato domenica scorsa chiedendo che il diritto alla salute di cittadini e ambiente, ancor prima del profitto, venga rispettato, protestando contro quello che viene considerato un progetto dannoso pure per il turismo, e quindi per l'economia dell'intera valle.

Molte le famiglie e i bambini presenti, di Ledro così come dell'Alto Garda e di altre zone del Trentino, cui si sono aggiunti alcuni rappresentanti di Legambiente e del comitato “Basta veleni” di Castenedolo (BS), “perché abbiamo un compito da portare avanti: garantire un futuro ai nostri figli”.

Motori dell'organizzazione, la As.Pro Ledro, il comitato popolare nato un anno fa con l'intento di contrastare il progetto della centrale a biomassa per la cogenerazione di energia elettrica, termica e pellet di Tiarno di Sopra, oltre ai ricorrenti al Tar – due cittadini privati e l'associazione ambientalista “Amici della Terra” dell'Alto Garda e Ledro – spronati anche dal diniego alla sospensiva ai lavori giunta dal Tribunale di giustizia amministrativa solo pochi giorni prima.

“Questa è stata la prima manifestazione che la valle si è concessa per dire ciò che pensa del progetto”, ha detto Pietro Zanotti, uno dei ricorrenti. “Ma se da un lato possiamo dirci contenti per l'alta e quasi inaspettata partecipazione, dall'altro dobbiamo rilevare ancora una volta la presenza di un clima di omertà, un pensiero diffuso legato alla paura. È per questo che dobbiamo fare fronte unito, dotarci di senso critico sui dati diffusi da 'Ags', chiederci perché l'amministrazione comunale non ci ha mai concesso un confronto e con quale coscienza gli assessori al turismo e all'ambiente della Provincia hanno rilasciato le autorizzazioni per l'impianto”.

Sotto la lente d'ingrandimento sono infatti i dati sulle emissioni di inquinanti. “Tra questi – hanno sottolineato i membri del comitato – spiccano la formaldeide, materia cancerogena e per la quale non è previsto alcun sistema di abbattimento e smaltimento gli ossidi di azoto e di carbonio, le pm 10 e le pm 2,5, per un totale annuo stimato in circa 17.640 chili di polveri sottili che andrebbero a ricadere in primo luogo sulle aree limitrofe, ossia la chiesa (a 60 metri dalla centrale), la scuola, il centro abitato, un’azienda agricola (tutte nel raggio di 150 metri). Non vogliamo dunque che la valle diventi una ‘terra dei fumi’ bensì attivarci per fermare il progetto. Se gli imprenditori vogliono guadagnare non lo facciano sulla nostra pelle!”.

Infine l'ordinanza del Tar. “Nei prossimi giorni analizzeremo i documenti, per procedere con il ricorso al Consiglio di Stato – ha concluso Zanotti – I ledrensi hanno bisogno di qualcuno che tuteli i loro diritti e noi, con i nostri soldi e la nostra tenacia, lo stiamo facendo!”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina