Frutti dal volto umano

Un ampio numero di studi su modelli animali indica che le diete ricche di antociani possono avere benefici effetti nella lotta contro il declino cognitivo e la neuro-degenerazione associata con l’invecchiamento

Le ricerche sulle sostanze bioattive dei prodotti agricoli compiute dal Dipartimento qualità, alimentazione e nutrizione della Fondazione Mach di S. Michele hanno compiuto un significativo quanto importante salto di qualità da quando sono state estese e hanno coinvolto medici e esperti di biochimica di prestigiose università italiane.

L’affermazione è confermata da una recente ricerca sui pigmenti rossi e blu della frutta che ha evidenziato sperimentalmente la velocità con la quale il pigmento cianidina 3-glucoside arriva al cervello e riesce a superare la barriera rappresentata dalla membrana superselettiva che lo protegge. La ricerca su animali da esperimento (topi) è stata realizzata da Fulvio Mattivi, del Centro ricerca e innovazione di S. Michele e da Sabina Passamonti, medico della clinica universitaria di Trieste. In precedenza Mattivi aveva compiuto ricerche importanti sulle mele collaborando con una equipe medica di Roma.

A suscitare il nostro interesse sulla ricerca di cui presentiamo gli estremi in questa nota è stato anche il comunicato stampa di presentazione del lavoro scientifico.

Gli autori della ricerca hanno evidentemente contribuito a rendere il testo semplice e quindi abbastanza facile da capire anche da lettori non esperti, rigoroso e puntuale nell’indicarne l’utilità.

L’articolo che descrive la ricerca è stato pubblicato sulla rivista britannica “Scientific Reports”. Al titolo piuttosto articolato in lingua inglese dell’articolo gli autori hanno sostituito quello di un vecchio film sulle corse automobilistiche “Fast and Furious” (veloce e furioso) per indicare la folle corsa dei pigmenti rossi della frutta verso il cervello.

Cianidina 3-glucoside è uno dei più comuni pigmenti rossi presenti in quantità diversa nei seguenti frutti che si producono anche in Trentino: mora, lampone, ribes nero, ciliegie dolci, prugne e uva rossa. La cianidina fa parte degli antociani e questi a loro volta appartengono alla classe dei polifenoli. I ricercatori della Fondazione Mach lavorano da anni sulla caratterizzazione di questi composti bioattivi, sempre in collaborazione con l’Università di Trieste. Tra i risultati più rilevanti ottenuti vi è la scoperta che vengono assorbiti nello stomaco a livello di mucosa gastrica; la individuazione e caratterizzazione stereochimica dei loro trasportatori di membrana che ne permettono l’assorbimento nel sangue e il passaggio dal sangue ai tessuti; la caratterizzazione di meccanismi di cardioprotezione e infine della loro farmacocinetica (trasporto) nel plasma, nelle urine e negli organi (fegato, cuore, reni, cervello). Le attività biologiche positive per la salute umana di questi pigmenti sono molteplici: neuro protezione, protezione della vista, prevenzione dei disturbi del metabolismo, controllo dell’infiammazione, chemio prevenzione e protezione dal cancro; attività antimicrobica.

L’elenco fornito da Fulvio Mattivi andrebbe puntualmente precisato anche in senso riduttivo, perché non tutte le funzioni citate sono state finora validate da dati sperimentali definitivi.

La comunità scientifica ha finalmente a disposizione una base razionale per comprendere il grande numero di osservazioni raccolte in modelli sperimentali semplificati, come le colture cellulari, dove si sono visti chiari effetti di neuro protezione o in indagini epidemiologiche dove si è registrato il miglioramento delle capacità cognitive in soggetti la cui dieta è ricca di frutta.

Il punto chiave della ricerca in oggetto sta nell’aver stabilito che non è solo l’etanolo (alcool etilico) a raggiungere il cervello in un attimo: anche i pigmenti rossi e blu rivelano la stessa velocità di assorbimento. La ricerca ha messo in evidenza anche il meccanismo di penetrazione nelle cellule che proteggono la materia cerebrale. Da Fulvio Mattivi abbiamo attinto anche altre informazioni. I frutti di montagna sono più ricchi di antociani per gli sbalzi di temperatura tra giorno e notte. Il contenuto di antociani varia notevolmente tra le singole specie e varietà e in base al clima del territorio. Il mirtillo gigante è tre volte più ricco di antociani rispetto ad altri piccoli frutti. Il Durone di Costasavina supera di sette volte le varietà di ciliegie Kordia e Regina.

L’uomo del neolitico si nutriva di bacche rosse e blu ed ha acquisito da madre natura il trasportatore biochimico degli antociani dei frutti mangiati che lo ha sostenuto nel processo evolutivo.

E’ solo una ipotesi verosimile, ma da verificare.

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