Ruralità e sviluppo

Mappare le cultura agricole, i prodotti presenti in valle e ricercare le colture di un tempo. Un bando aperto a giovani e universitari

Nell’ambito di “INCIPIT”, bando per progetti di ricerca supportati dalla Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella e prospettati da aziende ed enti ai giovani del territorio, l’Ecomuseo della Valle del Chiese ha studiato una nuova proposta dal titolo “Ruralità di ieri, sviluppo di domani: studio inerente i prodotti dell'enogastronomia della Valle del Chiese”.

Al bando possono partecipare gli studenti regolarmente iscritti ad un percorso universitario o post-universitario che hanno superato più dei due terzi degli esami previsti (laurea di primo o secondo livello), giovani che hanno concluso il proprio percorso universitario da non più di 30 mesi (laurea di primo o secondo livello) o che stiano frequentando un dottorato o master post-universitario.

“L’obiettivo è quello di mappare le produzioni agricole e i prodotti attualmente presenti ma anche ricercare quelle che erano le colture di un tempo, legate alla tradizione rurale e contadina della nostra vallata”, spiega la presidente dell’Ecomuseo, Maddalena Pellizzari. “La mappatura è un primo step di un progetto più ampio. Dalla conoscenza dei prodotti vorremmo poi passare alla loro valorizzazione o anche al recupero di alcune colture che per vari motivi sono state abbandonate. Senza dimenticare tutto quello che può essere l'approfondimento legato al mondo contadino che ha segnato la Valle del Chiese”. La valorizzazione dei prodotti vuole essere ancora per Pellizzari uno stimolo per ritornare ad un alimentazione di qualità, basata su prodotti a chilometri zero, che incentivi l'imprenditorialità e concorra alla creazione di pacchetti di promozione turistica.

Aderire ad “INCIPIT”, prosegue la presidente, può portare ad individuare qualche ragazzo che possa aiutare ad approfondire al meglio il progetto portando stimoli che gli derivano dal percorso universitario ma anche da una passione personale. La proposta si inserisce nell’ambito dell’iniziativa “Mappa dei Prodotti locali MaB” (Man and the Biosphere), promossa all’interno del piano di azioni della Riserva della Biosfera UNESCO Alpi Ledrensi e Judicaria dalle Dolomiti al Garda, cui Bim ed Ecomuseo aderiscono e vedrà anche la collaborazione con la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino e la condotta Slow food Valle del Chiese e Giudicarie, cui l’Ecomuseo è associato.

“Siamo molto attenti alla genuinità che si fa sempre più rara, ma anche alla tradizione intesa come trasmissione nel tempo di un patrimonio culturale delle generazioni che ci hanno preceduto”, commenta Flavio Franceschetti, fiduciario di Slow Food. “Le micro-economie delle comunità locali possono garantire sostentamento nel rispetto degli ecosistemi, della salute e della cultura locale; con le nostre scelte di consumatori, possiamo influire in maniera decisiva sulla maniera in cui il cibo viene coltivato e prodotto. Il consumatore – conclude – è un co-produttore: un consumatore responsabilizzato, che si interessa a quanti producono il suo cibo, al modo in cui ha luogo questo processo, ai problemi dei produttori, ai risvolti sull’intera comunità”.

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