Si è conclusa sabato 4 giugno la rassegna “Homeland” promossa dal comune di Dro e dalla biblioteca comunale, che ha visto per la prima volta la collaborazione di molte associazioni locali come Orainsieme, comitato S. Antonio, Famiglie Tunisine, Centrale Fies, La Speranza, Sonà, Associazione culturale Italo Tunisina, Comitato Carnevale e U.S. Dro. E, insieme a loro, anche rifugiati e migranti.
La festa si è divisa in due momenti, il pomeriggio all’insegna dello sport e del divertimento, con il torneo di calcetto interetnico che ha visto primeggiare la squadra dell’Esperanto – assemblata da Gianantonio Pfleger (presidente dell’Anpi e promotore dell’esperanto, la lingua internazionale per eccellenza) – e la sera la festa con musica e buona cucina.
La squadra vincitrice del torneo è stata premiata dal sindaco Vittorio Fravezzi, che nel salutare e ringraziare tutti i partecipanti ha voluto ribadire i valori fondamentali della fratellanza e della solidarietà. “Voglio ringraziare tutti coloro che si sono messi a disposizione per questa iniziativa”, ha detto il sindaco. “Questa festa, culturalmente significativa, dimostra come a Dro ci sia il desiderio di costruire ponti tra i popoli. La nostra gente sa fare comunità”.
La serata poi ha preso il via con l’apertura della grande cucina che ha visto lavorare fianco a fianco donne e uomini di diverse nazionalità, uniti dal desidero di collaborare, per rendere la serata piacevole e far assaggiare diversi piatti etnici e tipici. Sotto il tendone della sagra multietnica si è mangiato il cous cous con verdura e carne halal (piatto tunisino), carne salada e fasoi (piatto dell’Alto Garda), riso jallof (piatto nigeriano con riso piccante carne, pollo e pesce), harira e msamen (minestra di verdura e pane marocchino), fataya (involtini di carne con salsa piccante senegalesi), i dolci tunisini e il thè alla menta.
La musica ha poi accompagnato la festa rendendola ancora più gioiosa grazie a un repertorio vasto dalle musiche suonate dalle band locali ai percussionisti del Senegal e la musica tunisina. La serata ha avuto un grande successo all’interno della comunità e il tendone è stato gremito da centinaia di persone. Un’occasione sentita e partecipata, un segnale forte e chiaro di una comunità che sa accogliere e apprezzare ciò che viene dalle altre culture.
“La festa è nata da un’esigenza della comunità”, afferma il direttore della biblioteca Dino Sommadossi, “perché tutti si chiedono che cosa stia succedendo nel mondo”. Questo momento è stato il coronamento di un percorso avviato da tempo che ha visto l’attivazione di corsi di lingua italiana per i richiedenti asilo. In seguito è nata l’idea della rassegna “Homeland” che ha visto susseguirsi percorsi mirati per le scuole, mostre, film, importanti incontri con le famiglie di profughi ospitate a Dro, che hanno portato la loro testimonianza, e incontri di approfondimento con esperti. “Il grazie sincero – prosegue Sommadossi – va alla cinquantina di volontari che si sono dati da fare, al Comune e alla Cassa Rurale per il sostegno”.
“Ci è sembrato importante mettere a disposizione gli spazi e le forze dell’oratorio e collaborare per la realizzazione di questa iniziativa per la quale Orainsieme, associazione oratori Ceniga Drena Dro, si è impegnata in modo diretto nell’organizzazione” ha affermato don Stefano Anzelini. “È stato bello lavorare insieme e dimostrare che lavorare insieme si può; un segno positivo e, considerata la grande affluenza, ben apprezzato. Proprio partendo dalla condivisione del pasto e della festa si può trasmettere un segno di rispetto e accoglienza”.