Le Buona scuola trentina è legge

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La Buona scuola trentina è legge. Dopo oltre tre ore di dichiarazioni di voto, cinque giorni di discussioni in aula e svariati tentativi di trovare con le sospensioni un accordo che sbloccasse l’ostruzionismo delle opposizioni sugli emendamenti e gli ordini del giorno, a mezzanotte di sabato il Consiglio provinciale di Trento ha approvato il disegno di legge 126 proposto dalla Giunta per recepire nell’ordinamento trentino la normativa nazionale della Buona Scuola. I voti a favore sono stati 22, compresi quelli di Viola e Simoni di Progetto Trentino, 8 i contrari ed un astenuto.

Tra le novità: la chiamata diretta di una quota di docenti da parte dei dirigenti: accolto l’emendamento delle minoranze che prevede che un dirigente non possa restare nello stesso istituto per più di nove anni. La riforma prevede inoltre che gli insegnanti non siano più assegnati ad una cattedra ma ad un ambito territoriale. Introdotto un anno di prova per i docenti neoassunti. Infine si punta sull’alternanza scuola-lavoro (200 ore obbligatori di stage lavorativi nei licei e 400 ore negli istituti tecnici e professionali) e dall’anno scolastico 2018/2019 scatta la settimana corta da lunedì a venerdì, con la possibilità per le scuole di restare sull’organizzazione scolastica su sei giorni.

In tema di contrasto all’omofobia, è lasciata libertà alle famiglie di scegliere se far partecipare o meno i figli alle lezioni antiomofobia.

Critica la Cisl. “Ora speriamo di sederci attorno al tavolo per la contrattazione” commenta ai nostri microfoni Stefania Galli, della Cisl scuola. (ascolta qui sotto)

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