In principio fu il badminton

Degli oltre 130 mila tesserati italiani, 25 appartengono alla sezione Badminton Team 2001 della Polisportiva Marcoliniadi di Rovereto, l'unica società trentina affiliata alla Federazione. La delegata provinciale Maria Angela Scaglioni confida nei progetti di diffusione della disciplina nelle scuole e soprattutto nella formazione di tecnici qualificati]

[Sono 200 milioni i praticanti nel mondo

Si chiama badminton, ma di “bad”, ossia cattivo, non ha nulla. È il sesto sport più diffuso del pianeta (200 milioni di giocatori e oltre 160 nazioni affiliate alla Federazione mondiale), il primo “di racchetta” mai praticato. Ed è disciplina olimpica da Barcellona '92, dopo due partecipazioni dimostrative a Monaco '72 e Seul '88. Perfino William Shakespeare vi fa riferimento nelle sue opere teatrali.

Nessun dubbio amletico anche sulle origini: testimonianze storiche confermano l'esistenza, fin dal I secolo a.C., di un gioco cinese nel quale si usavano volani e rudimentali racchette. Non per niente, Cina, Corea, Malesia (dove, a Kuala Lumpur, ha sede la Badminton World Federation), Thailandia e Indonesia sono oggi i Paesi leader, con Danimarca, Austria, Germania e Francia più defilati.

Il nome badminton deriva, però, dall'omonima cittadina del South Gloucestershire in cui furono codificate le prime regole di questa disciplina, importata agli inizi del Novecento da alcuni ufficiali inglesi di stanza a Poona, in India (guarda caso, un altro stato asiatico), all'epoca colonia britannica.

Pergine Valsugana ha appena ospitato invece le finali nazionali dei Campionati Studenteschi, ai quali hanno preso parte 18 regioni per complessive 34 squadre miste delle categorie Cadetti e Allievi, di cui due trentine (dell'I.C. Cavalese e dell'Istituto “La Rosa Bianca”) e due altoatesine (le vincitrici I.C. Appiano e I.I.S.S. Malles).

“I campionati erano riservati agli studenti delle scuole statali e paritarie di primo e secondo grado, nell'ambito dell'attività di avviamento alla pratica sportiva svolta in maniera istituzionale dai docenti di Educazione fisica – spiega Maria Angela Scaglioni, delegata provinciale della F.I.Ba., la Federazione Italiana Badminton -. L'organizzazione è stata curata, tra gli altri, dal Dipartimento della Conoscenza della Provincia e dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca”.

L'Italia è una delle sei nazioni pilota scelte, nel 2013, da Badminton Europe per sperimentare il progetto “Shuttle Time”, che coinvolge bambini e ragazzi dai 5 ai 15 anni. Ma aderisce pure al “#ProgettoGiovani #duemila20e24”, al percorso di formazione tecnica “Vola con Noi” e a “Talenti2020”.

Tuttavia, degli oltre 130 mila atleti tesserati nel nostro Paese, dove il volano ha fatto la sua comparsa negli Anni '40, anche se il primo campionato si è disputato nel 1977, solamente 25 sono trentini. Tutti, fra i 10 e i 50 anni, appartenenti alla sezione Badminton Team 2001 della Polisportiva Marcoliniadi di Rovereto, l'unica società provinciale (contro le dieci del blasonato Alto Adige, tre delle quali in Serie A) affiliata alla F.I.Ba. e il cui motto è: “Piccoli sacrifici, grande divertimento”.

“Dal punto di vista strettamente agonistico è così, mentre a livello scolastico i numeri sono notevoli. Il problema di chi vuole costituire una società sportiva è sempre lo stesso: la responsabilità giuridica, prima ancora dei costi di gestione, basti pensare al defibrillatore – sottolinea Scaglioni, fondatrice una trentina di anni fa, con il marito e insegnante di Educazione fisica Franco Chiappini, del Badminton Club Rovereto, protagonista anche nella massima divisione prima dello scioglimento nel 2010 -. Inoltre manca un campione locale che faccia da traino sia per i giovani che per l'intero movimento”.

Ci vorrebbe, ma la madre non lo dice, un altro Andrea Chiappini, l’ex azzurro oggi arbitro internazionale. “In realtà non basta nemmeno promuovere il badminton nelle scuole, come pure, dal secondo anno, si vuole fare nei Licei scientifici a indirizzo sportivo di Mezzolombardo e Rovereto. Dove peraltro non mirano a preparare agonisti, ma uomini e donne con amore per lo sport – afferma Scaglioni -. Noi abbiamo più di 100 persone che operano nel mondo scolastico e che, lo scorso novembre, hanno avuto come relatore il Direttore Area Formazione Tecnica federale Fabio Morino. Ma non è facile trovare tutor appassionati e preparati come l'allenatore del Marcoliniadi Team 2001, Federico Calzà, attivo nelle scuole della Vallagarina”.

Eppure non dovrebbe essere difficile appassionarsi a un gioco veloce (il volano può raggiungere i 400 km/h) e completo, di agilità, concentrazione, coordinazione motoria e resistenza. Ripreso anche nel film d'animazione del '73, “Robin Hood”, uno dei classici Disney.

“Tanto più che parliamo di un gioco a sé stante, non propedeutico. Il badminton può anche essere utilizzato per migliorare determinati colpi in altre discipline, ma non è il servitore di altri sport”, conclude Scaglioni. Che, parafrasando Shakespeare, vorrebbe poter esclamare: “Tutto è bene quel che finisce bene”.

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