Josef Mayr-Nusser, martire perciò beato

Pietra d’inciampo per molti, Mayr-Nusser è testimone del primato della coscienza

Roma/Bolzano – Josef Mayr-Nusser sarà presto dichiarato beato. Già la prossima settimana, in occasione del Concistoro ordinario pubblico previsto per il 20 giugno in Vaticano, sarà data l’ultima parola sulla causa di beatificazione in corso da ormai 47 anni. Dopo l’approvazione dei cardinali sarà necessario solo il sigillo di papa Francesco, cosa che tutti danno per certa.

La figura di Josef Mayr-Nusser è divenuta riferimento per molti altoatesini. Come è noto egli, arruolato nelle SS contro la sua volontà, si rifiutò di prestare il giuramento a Hitler. Per questo fu incarcerato, condannato a morte e si spense durante il trasferimento in treno al lager di Dachau, presso la stazione di Erlangen.

Pietra d’inciampo per molti, Mayr-Nusser è testimone del primato della coscienza. Proprio per il suo coraggio di andare controcorrente e per il suo impegno a favore della comunità, in occasione del recente Sinodo diocesano è stato al centro di una serie di incontri di preghiera mensili, tenutisi nella chiesetta di San Giovanni in Villa, dove egli era solito ritrovarsi con i suoi compagni dell’Azione Cattolica. Significativa coincidenza il fatto che i documenti ufficiali del sinodo vangano presentati proprio lunedì 20 giugno, nel giorno fissato per il Concistoro.

Nel gennaio 2015 il vescovo di Bolzano-Bressanone e don Josef Innerhofer, che a lungo ha seguito personalmente la causa, si erano recati a Roma per consegnare al Prefetto della Congregazione per le cause dei santi e beati la cosiddetta Positio, il fascicolo che raccoglie tutta la documentazione utile alla decisione. Il tutto, nei mesi precedenti, era stato vagliato da una commissione di storici che si era espressa in modo favorevole. Con la consegna dei documenti al card. Angelo Amato il giudizio è passato ai teologi. L’esito del lavoro della commissione composta da nove teologi è stato rivelato nello scorso mese di febbraio, nell’anniversario della morte di Mayr-Nusser, dal vicario generale Josef Matzneller. Gli esperti di teologia, ha detto, sono arrivati alla conclusione che egli è morto come martire per la sua fede. “Il suo martirio – scrive la commissione – è frutto di un lungo cammino spirituale in cui il Servo di Dio ha sperimentato nelle varie stagioni della sua vita l’unione con Cristo Gesù. Dai suoi scritti si ricava che il Servo di Dio era un cristiano autentico che cercava di incarnare il Vangelo in ogni circostanza della sua vita”.

Il riconoscimento di Mayr-Nusser come martire, che significa testimone, ha aperto la strada alla beatificazione. I martiri sono coloro che “hanno versato il loro sangue per la fede (uccisi in odium fidei)”. “Per la beatificazione di un martire – secondo le norme della procedura canonica delle cause di beatificazione e canonizzazione – non serve il miracolo (come per i beati “normali”, ndr): viene riconosciuto il martirio”.

Che la testimonianza del Bene fino a dare la vita (ovvero il martirio) porti alla felicità autentica (ricordiamo il testo delle beatitutidini all’inizio del quinto capitolo del vangelo di Matteo), è un messaggio che invita tutti all’impegno nella verità.

La cerimonia di beatificazione di Josef Mayr-Nusser potrebbe avvenire ancora entro quest’anno, probabilmente nel Duomo di Bolzano.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina