Scuola, “non è la legge delle divise”

Sabato scorso approvata la norma provinciale “ritagliata sulla riforma nazionale”: più poteri ai dirigenti nella chiamata dei docenti e altre novità

“Ma adesso non chiamatela la legge delle divise!”. Così i consiglieri provinciali che hanno votato la nuova normativa provinciale (22 i sì, compresi Viola e Simoni di Progetto Trentino, 8 i contrari, astenuto Giovanazzi) difendono la portata della “Buona Scuola alla trentina” che va ben aldilà della proposta di Claudio Cia (peraltro approvata in aula) di prevedere uniformi o il semplice tradizionale grembiule per ogni istituto “per stimolare spirito di coesione” e “azzerare le disuguaglianze”.

L'assessore-presidente Ugo Rossi, che venerdì scorso ha trovato un accordo con le opposizioni accogliendo alcune loro proposte in cambio del ritiro di 13 mila emendamenti ostruzionistici, plaude alla mediazione finale del testo: “E' una riforma che lancia delle sfide – ha detto in aula – non sarà perfetta ma ha come termine di riferimento il futuro, l’innovazione. Le norme fondamentali dell’assunzione tramite concorso, l’autonomia scolastica che si gioca nella responsabilità fortissima del dirigente di provvedere alla chiamata dei docenti all’interno di un ambito, il merito e la valutazione degli insegnanti, non erano solo nella legge Renzi ma anche nel nostro programma”, ha sottolineato Rossi. I consiglieri di opposizioni segnalano comunque il loro contributo nell’aver mitigato il rischio di superpotere dei dirigenti (non potranno rimanere per più di 9 anni nello stesso istituto), nell’aver preteso l’ok dei genitori sui progetti antiomofobia (vedi sopra) e nella valutazione più attenta del progetto trilinguismo.

“Qui non ci sono né vincitori né vinti perché usciamo tutti vittoriosi da questo lavoro”, è stato il commento in aula di Walter Viola che come il collega di partito Marino Simoni ritiene migliorativo l’impianto autonomistico di questo testo.

In aula si è avvertito il peso della manifestazione sindacale che ha portato in piazza Dante oltre mille docenti. Più morbida la posizione della CGIL che ritiene la legge provinciale correttiva di quella renziana, mentre UIL e CISL criticano il testo: “Ora speriamo di sederci attorno al tavolo per la contrattazione”, ha commentato ai nostri microfoni Stefania Galli, sindacalista della Cisl, consapevole che la partita per i docenti si gioca ora nella fase delicata dei contratti e delle 1600 nuove assunzioni “promesse” in tre anni.

Fra le pieghe del dibattito, da segnalare inoltre che è stato respinto con 6 sì, 13 no e 7 astensioni un ordine del giorno del leghista Maurizio Fugatti che impegnava la Giunta a garantire l'estensione del crocifisso in ogni aula scolastica. Approvato invece l'odg di Claudio Civettini per garantire stabilità didattica agli insegnanti di sostegno. Da segnalare, infine, il richiamo ai corsi di cultura trentina e di storia locale che, peraltro, in molte scuole sono già…legge.

UNIFORMI

L’ordine del giorno di Claudio Cia, approvato all’unanimità in forma emendata, prevede l’adozione della divisa e del semplice grembiulino nelle scuole di ogni ordine e grado, “al fine di azzerare le diseguaglianze e i giudizi che passano attraverso le apparenze”.

SABATO LIBERO

La settimana di cinque giorni secondo la legge dovrebbe diventare obblilgatoria a partire dall'anno scolastico 2018-2019. E' stato accettato però il fatto che le scuole potranno motivatamente restare all'organizzazione su sei giorni.

OMOFOBIA

Fra le misure richieste dalle opposizioni (e accolte infine dall'aula) c'era la previsioni che i genitori che non condividono i previsti percorsi didattici di contrasto agli atteggiamenti omofobici possano chiedere l'esonero.

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