Un poker da non perdere

Tra le uscite homevideo di queste settimane arrivate nei negozi specializzati ma anche in alcune librerie, vale la pena segnalare un poker di film che, si fossero persi in sala, non possono mancare nella videoteca di casa o comunque interessanti per una serata con lo schermo tv preso a prestito. Il primo Dvd è Le ricette della signora Toku della giapponese Naomi Kawase che lo scorso anno partecipò al festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard ed è tratto dall’omonimo romanzo di Durian Sugekawa. Un apologo, un’esortazione ad essere sé stessi, cercando una propria strada senza tanto badare ai giudizi degli altri. Un film quasi “da camera”, ambientato com’è in un piccolo negozio della periferia di Tokyo dove Santaro vende dorayaki e nel quale viene assunta la signora Toku che della preparazione del tipico dolce giapponese ha fatto un'arte, somma di antica sapienza, curata con mille attenzioni e qualche piccolo segreto. Sarà un successo ma per la regista giapponese, già Gran premio della giuria a Cannes della cui giuria ha anche fatto parte, è la “scusa” per dire altro, per sondare la vita dei protagonisti, saggiarne e metterne in evidenza passato, psicologia, relazioni.

Remember, dell’armeno-canadese Atom Egoyan (“Il viaggio di Felicia”, “Ararat”), è probabilmente il film più sottovalutato dalla giuria dell’ultimo festival di Venezia che l’ha in pratica escluso dal palmarès. Eppure è segnato indelebilmente da grandi prove d’attore come quelle degli ultraottantenni Christopher Plummer e Martin Landau e, sul filo della memoria e della ricerca della vendetta, mette in luce quanto ciò che sembra non corrisponde sempre alla realtà. È un viaggio che due sopravvissuti all’Olocausto intraprendono alla ricerca di sé stessi ma anche di chi ha segnato per sempre la loro vita, ormai al crepuscolo, in una realtà che spesso non ricorda e in cui l’amnesia è sentimento pressoché comune e investe fin i protagonisti.

Il Sonderkommando del campo di sterminio di Auschwitz, quel gruppo di ebrei prigioniero e costretto dai nazisti ad assistere – a fare da manovalanza nello “sgombero” – al massacro di migliaia di correligionari è il focus de Il figlio di Saul (disponibile a noleggio e in vendita dal 5 luglio) dell’ungherese László Nemes, qui al debutto e vincitore, lo scorso anno, del Gran premio speciale della giuria a Cannes ma anche dell’Oscar per il miglior film straniero. Atmosfere claustrofobiche, colori lividi, mdp sempre addosso a Saul che in questo delirio tenta l’impossibile per seppellire con tutti i crismi ebraici un ragazzo che, nella sua mente ormai sconvolta, crede esser stato suo figlio.

A fine mese sarà possibile acquistare Il caso Spotlight di Thomas McCarthy, ultimo premio Oscar. Con, tra gli altri, Michael Keaton, Mark Ruffalo e Stanley Tucci. La vera inchiesta giornalistica di un team del Boston Globe che smascherò la copertura sistematica dei reati di pedofilia, operata dalla chiesa cattolica di Boston con la complicità della società civile.

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