Alto Adige e/o Sudtirolo?

La presenza di più nomi aiuta a cogliere la complessità di un territorio e della sua storia

Bolzano – “Alto Adige” e “Sudtirolo”, sinonimi ma non troppo. Periodicamente in provincia di Bolzano qualche piromane riaccende la polemica sui nomi. Chi vuole cancellare, chi imporre, chi rivendica primogeniture e chi paventa pulizie etniche.

Ma davvero esiste, per questa terra, un unico nome “giusto”?

Proviamo a tornare indietro di un secolo e più. Nell’800 e all’inizio del ‘900, nella nostra regione, convivono le denominazioni italiane “Tirolo del Sud”, “Tirolo Meridionale”, “Tirolo Tedesco”, “Tirolo Italiano”, “Trentino” e “Alto Adige” – di “Sudtirolo” ancora non c’è traccia – con quelle tedesche di “Südtirol”, “Deutschsüdtirol”, “Welschtirol”. A che cosa si riferiscono esattamente? “Südtirol”, fino all’epilogo della Grande Guerra, è un concetto che comprende tutto il Tirolo al di qua del Brennero, compreso il Trentino (di contro, a volte, nelle pubblicazioni italiane, il “Trentino” comprende tutto il Tirolo cisalpino.). La pubblicistica tedesca – spesso, come quella italiana, di impronta nazionalistica – evita accuratamente di parlare di “Trentino” e in certi casi sostiene esplicitamente che “il Trentino non esiste”. L’espressione “Südtirol” viene usata anche per definire il territorio dell’attuale provincia di Trento, detto pure “Welschtirol” (“welsch” allora non ha ancora connotati dispregiativi), che significa Tirolo italiano. La parola che definisce nell’uso comune l’attuale provincia di Bolzano è “Deutschsüdtirol”, che comunque è esclusivamente “deutsch” solo in una visione nazionalistica, in quanto comprende le vallate ladine e le minoranze italiane della valle dell’Adige, tra Salorno e Merano.

Nella lingua italiana in quegli anni prende piede l’espressione “Alto Adige” cui, è vero, Ettore Tolomei dà confini definiti, usandola per disegnare più o meno il territorio che intendiamo oggi. Non si tratta però di un “nome fascista”: nasce ben prima della guerra ed è introdotto nell’ufficialità quando il fascismo non è ancora al potere. “Alto Adige” si era chiamato per primo il dipartimento napoleonico di inizio ‘800, comprendente a quei tempi il Trentino ed una parte dell’attuale Sudtirolo.

Ma andiamo di qualche secolo indietro. È proprio l’Adige, già nel Medioevo, a dare il nome al territorio al di qua del Brennero. Il Tirolo in via di formazione era detto la “Terra all’Adige e tra i Monti”. “Terra all’Adige” era parte della zona a Sud del valico. Prima ancora, nel IX secolo, un documento colloca la zona di Merano “in valle tridentina” (quindi in un Trentino ante litteram?).

I nazionalismi sorti a partire da metà ‘800, e ancora oggi così vivi anche nelle (e)mozioni dei consiglieri provinciali, cominciarono a imporre ai nomi di luogo connotati ideologici. Così il Tirolo Italiano fu detto “Trentino” per distinguerlo dal resto del Tirolo, “Alto Adige” divenne rivendicazione di italianità, “Südtirol” un riferimento alla memoria dell’idealizzato Tirolo storico. I nazionalisti tedeschi si batterono contro il nome “Trentino”, quelli italiani contro “Tirolo” (denominazione di cui il fascismo vietò l’uso), ed ogni tanto anche oggi qualcuno vorrebbe eliminare il nome “Alto Adige”, che tra tutti quanti, sia detto sottovoce, è quello in sé più neutro.

E “Sudtirolo”? È ormai sinonimo di “Alto Adige”, utile soprattutto quando si vogliano evitare le ripetizioni. La presenza di più nomi aiuta a cogliere la complessità di un territorio e della sua storia (ma turberà sempre le notti di chi è affetto da nevrosi nazionalista).

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