Doppia preferenza, una battaglia per l’equità

L'attività del Comitato apartitico “Non Ultimi” a sostegno del ddl Maestri-Bezzi per la doppia preferenza di genere. Un ritardo da colmare: in Trentino le consigliere comunali sono il 27,4% del totale e le sindache il 12,1%

Procedono senza sosta le iniziative del comitato “Non Ultimi” costituito a Trento lo scorso febbraio a sostegno del disegno di legge provinciale sulla doppia preferenza di genere.

“Stiamo raccogliendo molte firme e l'interesse per la causa cresce. I cittadini e le cittadine – racconta ai microfoni di radio Trentino inBlu la presidente del Comitato, Giulia Robol – non hanno difficoltà a comprendere che il sistema proposto e usato nelle Regioni ordinarie è equo e quindi firmano”. La legge della doppia preferenza di genere nel resto d'Italia è già in vigore dal 2012 nei comuni sopra i 5mila abitanti (alle ultime amministrative con il meccanismo hanno votato 13 milioni di elettori). “E lì dove la legge è entrata in vigore – aggiunge Robol – ha portato a un incremento medio della presenza femminile del 38 per cento”.

All'appello mancano solo le province di Trento e Bolzano. Una lacuna istituzionale nel 70esimo anniversario della “prima volta” in cui le donne italiane esercitarono il loro diritto di voto. “Un ritardo inaccettabile per un territorio che si vanta di essere un laboratorio innovativo, attento alla partecipazione, alla vita sociale e democratica – chiosa Robol – quando invece si dimostra arretrato sul piano di una normativa elettorale che non garantisce parità di accesso alle cariche elettive”. Lo confermano i dati. Le donne rappresentano oltre il 51 % per cento della popolazione provinciale eppure anche le ultime elezioni hanno confermato che le attuali leggi elettorali non garantiscono un’adeguata presenza di donne né in Consiglio regionale, dove resta relegata al 21,4%, né in Consiglio provinciale (6 consigliere su 35, pari al 17%), né a livello comunale dove sono rimaste inchiodate a percentuali imbarazzanti: le consigliere comunali sono il 27,4% del totale e le sindache il 12,1%. “Il Trentino non può essere ultimo ad introdurre un principio – aggiunge – sancito per altro dall'art.51 della Costituzione in cui si prevede la parità di accesso fra uomini e donne agli uffici pubblici e alle cariche elettive. L'introduzione di un'equa rappresentanza dei due generi è pure contemplata all’art. 47 della Statuto regionale d’autonomia”.

Nasce da queste considerazioni l'azione del Comitato “Non Ultimi”, un gruppo rigorosamente “apartitico e trasversale”, che conta una sessantina di aderenti, tra i quali anche alcune presenze maschili, associazioni di categoria, sigle sindacali. In prima linea la Commissione pari opportunità che ha promosso da tempo momenti di studio e approfondimento a favore della democrazia paritaria e di una riforma della legge elettorale trentina. “Non è una causa al femminile, non parliamo di quote rosa spesso identificate come una sorta di privilegio nei confronti delle donne, ma parliamo di equità – interviene Donatella Conzatti, tra i membri del Comitato – di una legge che promuove una reale democrazia paritaria, che passa anzitutto per un'equa rappresentanza dei generi. Si tratta di valorizzare in egual misura uomini e donne, per attingere allo stesso modo alle capacità e professionalità di tutti”.

Terminato il suo iter in prima Commissione (l'esame proseguirà fino al 20 luglio ndr), a settembre il ddl congiunto che Lucia Maestri(Pd) ha messo a punto con Giacomo Bezzi (Forza Italia) approderà in aula del Consiglio provinciale. Che cosa prevede in sostanza?

“Introduce la parità di genere nelle liste – esemplifica Conzatti – con alternanza a pettine uomo-donna, e la riduzione da tre a due preferenze, obbligatoriamente una al maschile e l'altra al femminile, pena l'annullamento della seconda preferenza. Oltre a liste elettorali formate al 50/50 e alla parità nella comunicazione politica pubblica, altrettanto significativa”.

A chi contesta che con questa legge si vìola la libertà dell’elettore di poter votare o due uomini o due donne, Robol replica così: “Dobbiamo ricordare che l’elaborazione di una lista da parte dei partiti è un sistema che prevede già una selezione, la libertà tout court non esiste. La doppia preferenza stabilisce un principio di eguaglianza che non ha né nomi né cognomi, stabilisce la volontà di avere un punto di partenza uguale per entrambi i sessi, senza prevaricazione l’uno sull’altro. La presenza femminile – precisa ancora Robol – non è da imporre per merito o per una presunta capacità superiore delle donne rispetto agli uomini, ma mettere tutti, uomini e donne, nelle condizioni di poter essere elette nelle istituzioni democratiche. Poi chi ha più… benzina, vincerà.”

Da sfatare anche lo stereotipo che “donna non vota donna”. “L’attivismo femminile nei partiti dimostra il contrario – interviene Conzatti – e questa legge potrebbe aiutare le donne ad essere più consapevoli delle loro capacità e del loro prezioso contributo nell’assumere ruoli decisionali, fattore indispensabile per ottenere una vera e piena democrazia e per rendere il nostro territorio più competitivo”. Il compito che il Comitato si è assunto oltre alla raccolta di firme con gazebo allestiti su tutto il territorio, anche incontri con i sindaci, con le Comunità di Valle, con tutti gli organi istituzionali preposti e di “seguire costantemente l’iter legislativo di provvedimenti che abbiano come oggetto tale materia, affinché le modifiche vengano introdotte pure nel nostro territorio, riservandosi di utilizzare le vie ritenute più idonee per il perseguimento dei fini prefissati”. A sostegno della doppia preferenza di genere ha firmato anche il presidente della giunta provinciale Ugo Rossi. “Un impegno preso non solo con il Comitato – osserva Robol – ma anche nel Programma di legislatura che prevede, tra le priorità, quella di modificare la legge elettorale introducendo meccanismi che prevedano la doppia preferenza di genere”.

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LE ADESIONI

L’adesione al Comitato “Non ultimi” è volontaria, tutte le informazioni si possono seguire sulla pagina facebook, su twitter oppure inviando una email all’indirizzo comitatononultimi@gmail.com

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