Il libro che attraverso alcuni racconti guida alla scoperta del Monte Bondone

Personaggi e miti, grandi e piccoli, che Renzo Francescotti, come ben scrive Mauro Neri nella prefazione “scolpisce nel legno di cìrmolo per renderli eterni, usando un linguaggio immediato, studiato eppur spontaneo”.

Quelle della caccia di Carlo V, della pastora Maria Taliana, della Candida da Pedersano, del Bepi Volante o di Donpierino, con una sola parola, come se il suo titolo di prete fosse divenuto una cosa sola con lui, sono solo alcune delle storie che si leggono all’interno dei “Racconti del Monte Bondone” (2016, Curcu&Genovese).

Pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, Renzo Francescotti – considerato dalla critica uno dei migliori poeti dialettali italiani, con al suo attivo oltre cinquanta libri di narrativa, saggistica e poesia in dialetto e in italiano – guida il lettore alla scoperta di un mondo, quello del monte di Trento, che chi è da sempre abituato alla sua troneggiante presenza sopra la città, può dare per scontato ma che “scontato non è per nulla”.

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