Nel suo libro Fiorenzo Simion racconta le storie di emigrazione dal Primiero

La festa dell’emigrazione in Trentino
Nei giorni scorsi, nella sala della Comunità di Primiero, è stato presentato il libro “Ve salùde, stéme bèn” di Fiorenzo Simion. Una pubblicazione di 359 pagine che racconta le “storie di emigrazione primierotta di seconda, terza e quarta ondata”.

L’autore, anche lui per un certo periodo della vita emigrante, ha voluto aggiungere un altro contributo alle pubblicazioni locali sull’emigrazione, descrivendo dal vivo le esperienze dei “migranti”. I volti delle donne e degli uomini, oggi sorridenti nel ricordo dei momenti felici della propria vita da emigrante nei vari paesi del mondo, lasciano intravedere, talvolta, i dolori e le delusioni che molte volte questa esperienza ha lasciato dentro ciascuno di loro.

La decisione di “abbandonare” la loro amata terra non è stata presa casualmente, ma dettata dalla necessità di avere una vita migliore. “Fare un quadro completo ed esaustivo della odierna realtà migratoria dei territori primierotti – scrive l’autore – credo sia impresa alquanto difficile, anche per chi può avere a disposizione tutti i dati necessari. Farsi però un’idea complessiva, anche se incompleta e approssimativa, sul fenomeno dell’emigrazione primierotta, dalla fine della prima guerra mondiale ad oggi, attraverso le testimonianze di alcuni dei tanti che hanno lasciato per poco o per sempre le nostre vallate, credo sia possibile e anche utile, dal momento che l’esperienza altrui, positiva o negativa che sia, insegna sempre qualcosa che può servire a chi ne viene a conoscenza”.

Per la realizzazione di questo volume sono state interpellate circa 500 persone di Primiero, tra coloro che sono stati emigranti e coloro che lo sono ancora: solo il 20% ha risposto. Le testimonianze raccolte non sono state quindi molte, in rapporto al numero effettivo degli emigranti, ma sono state ritenute ugualmente interessanti e significative.

Sono in genere storie di persone semplici, umili, laboriose, che hanno provato sulla propria pelle la condizione dell’emigrante, a volte assai dura, ma a volte anche gratificante. Per ovvie ragioni di spazio, non è stato possibile ospitare nel libro tutte le loro “voci”: per ogni “ondata” sono state inserite le testimonianze più significative. “Scopo del libro – continua l’autore – è semplicemente quello di raccontare un po’ di storia di alcuni nostri emigranti di Primiero a coloro che a Primiero vivono e li hanno conosciuti o li conoscono”.

Dopo la presentazione e l’introduzione, nel libro si trova un breve excursus storico delle varie fasi dell’emigrazione locale. Le varie testimonianze sono state suddivise in 5 capitoli che presentano gli stati interessati alla migrazione primierotta. Segue un’appendice con alcune interessanti testimonianze.

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