“L’aiuto pubblico? E’ solo una leva…”

Laura Frigenti, un’esperienza quasi ventennale alla Banca mondiale prima di assumere l’incarico di vicepresidente del Global Development Practice di InterAction, associazione delle Organizzazioni non governative statunitensi, è direttrice generale della neonata Agenzia italiana per la coooperazione allo sviluppo. Suo l’intervento più atteso al primo Forum delle associazioni trentine sui nuovi orizzonti della cooperazione internazionale allo sviluppo. “Essere qui oggi – dice ai microfoni di radio Trentino inBlu – mi sembra un tributo giusto per questa Provincia che ha fatto tantissimo nell’area dello sviluppo, è stata leader in Italia”.

L’Agenzia che lei dirige è una delle principali novità della legge di riforma della cooperazione, la n. 125/2014. Come si è mossa in questi primi sei mesi di vita?

“L’Agenzia si è mossa su due fronti: da una parte, operando per garantire la continuità delle attività che le sono state passate dalla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Esteri; dall’altra, cercando di equipaggiarsi per affrontare le nuove sfide che la legge pone: penso a novità come la partnership pubblico-privato”.

Il rapporto tra profit e non profit è uno degli aspetti innovativi della nuova legge, a lungo attesa. Lei come lo vede?

“Credo che sia il futuro dell’Agenda 2030. Gli obiettivi del Millennio non potranno essere raggiunti con le risorse del settore pubblico. C’è bisogno di usare queste risorse in modo catalitico per favorire sinergie tra profit e non profit. L’aiuto pubblico può essere visto come leva intorno alla quale facciamo convergere i diversi flussi privati che transitano verso gli stessi obiettivi di sviluppo nei paesi emergenti”.

Una nota dolente: i finanziamenti italiani alla cooperazione allo sviluppo sono molto inferiori alla media europea e ancora lontani da quello 0,7% del Pil indicato come obiettivo dalle Nazioni Unite.

“Con l’eccezione del Regno Unito, tutti gli altri Paesi sono al di sotto dello 0,7%. Paesi importanti come gli Stati Uniti sono ben al di sotto anche dell’Italia. L’Italia ha raggiunto un livello minimo dello 0,19. Adesso siamo in risalita – intorno allo 0,21% – con l’obiettivo di arrivare allo 0,24% l’anno prossimo. La prospettiva finanziaria della legge di stabilità ci dà un trend positivo. Nel nostro piccolo, siamo ottimisti”.

Il suo intervento a Trento verte sulla parola “rilancio”.

“Essere qui oggi è un’occasione per imparare dalle cose che avete fatto e capire come possiamo usare le esperienze che ci sono in Provincia di Trento per confluire negli obiettivi della legge”.

In passato non sono mancate opacità nella cooperazione italiana. Quali strategie per una cooperazione più “visibile”, posto che informare, sensibilizzare, coinvolgere i cittadini sui temi della cooperazione e dello sviluppo globale era uno degli obiettivi dell’Anno Europeo per lo Sviluppo (2015)?

“Abbiamo espanso e amplificato il portale OpenAid (openaid.esteri.it, ndr), lo tradurremo anche in lingua inglese. E abbiamo come obiettivo l’adesione all’iniziativa Iati (International Aid Transparency Initiative: un’iniziativa volontaria che vuole migliorare la trasparenza degli aiuti, dello sviluppo e delle risorse umanitarie, ndr), che garantirà la trasparenza assoluta di tutte le nostre decisioni”.

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