L'Arcivescovo emerito Luigi Bressan e il direttore del Centro Missionario diocesano don Giuseppe Caldera, insieme al vescovo di Bolzano-Bressanone Ivo Muser e a una delegazione della Caritas altoatesina, sono stati nei giorni scorsi in Etiopia (si veda anche pag. 24) per incontrare i nostri missionari e inaugurare la nuova cattedrale del  Vicariato Apostolico (ultimo passo prima di diventare Diocesi) di Meki, costruita anche grazie al contributo delle Diocesi  di Trento e Bolzano. Gli oltre centomila euro offerti dalla Chiesa trentina sono stati un segno di solidarietà concreta in occasione del Giubileo per l’VIII centenario della cattedrale di Trento  (2012-2013). 

Meki si trova nella regine dell'Oromia, a cica 130 km da Addis Abeba in Etiopia. La popolazione di quel territorio è di circa tre milioni e mezzo di abitanti, dei quali i cattolici sono 23 mila (sei parrocchie, trenta sacerdoti, 37 religiose e una quindicina di religiosi) sotto la guida del vescovo mons. Abraham Desta.

Altra tappa nel viaggio etiope (sul quale torneremo nel prossimo numero) è stata la visita alla Facoltà di infermieristica della costituenda università cattolica di Addis Abeba, richiesta dallo stesso  governo di un Paese dove i cattolici sono un’assoluta minoranza e pure senza riconoscimento ufficiale. Anche la Facoltà parla trentino: è frutto infatti del finanziamento della Provincia Autonoma con il sostegno della Diocesi e dell’Associazione  intitolata a dom Franco Masserdotti, vescovo comboniano che studiò a Trento.

Monsignor Bressan  e don Caldera hanno visitato anche il campo profughi di May-Ayni , vicino ad Adua, nella regione del Tigray dove lavorano anche i gesuiti. Qui sono ospitati 150 eritrei, prima imprigionati in Egitto, liberati e trasferiti grazie all’aiuto della Chiesa trentina. Inoltre, il Centro missionario trentino sostiene da tre anni il progetto “un pasto al giorno per ogni bambino”, che offre un pasto giornaliero a oltre 700 bambini del campo profughi, in collaborazione con l’Associazione Gandhi.