Adler, spiraglio nella lunga crisi

Si apre uno spiraglio per la Adler, l’azienda roveretana che produce componenti per il settore motociclistico e che da anni versa in una situazione di crisi. I vertici della ditta hanno accettato di avviare una trattativa per scongiurare il licenziamento, allo scadere il 28 ottobre della cassa integrazione straordinaria, di 31 dei 64 lavoratori, come precedentemente annunciato. Nell’incontro di lunedì 29 agosto tra le parti sociali, l’azienda si è dichiarata disposta a non escludere l’attivazione del contratto di solidarietà per un anno. “E’ un segnale positivo – commenta ai microfoni di Trentino inBlu Marco Ravelli, segretario provinciale della Femca Cisl. – C’è stata un’apertura da parte dell’azienda, che si è dichiarata disponibile a verificare la fattibilità di attivare per 12 mesi il contratto di solidarietà”.

Gli esuberi si ridurrebbero, pertanto, a 8 strutturali. “Di questi – prosegue Ravelli – quattro avrebbero già raggiunto i requisiti per la pensione a fine mobilità, mentre altri due non si opporrebbero al licenziamento”.

Trattative in corso tra azienda e Trentino Sviluppo anche sul fronte dell’operazione di leaseback siglata nel 2012, in base alla quale la Adler aveva ceduto una porzione del proprio immobile a un prezzo di 1,5 milioni di euro, con rate da pagare entro il 2030 e l’obbligo di garantire fino al 2017 52 unità lavorative. “L’azienda non sta pagando le rate da qualche mese – aggiunge  Ravelli, – ma ora si stanno cercando soluzioni condivise per mantenere il livello occupazionale e garantire la produzione nello stabilimento di Rovereto”. Martedì prossimo è in programma un nuovo incontro tra le parti sociali. “Non c’è ancora nulla di certo – conclude Ravelli – ma abbiamo buone speranze di salvare la maggior parte dei posti di lavoro. La Adler è un’azienda che negli anni Duemila contava più di 200 dipendenti. Con la crisi che ha colpito il settore motociclistico, la ditta ha dovuto ridurre il numero di dipendenti, arrivando oggi al minimo storico. Dimezzare ulteriormente i lavoratori avrebbe significato la fine per l’azienda roveretana”.

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