“L’Europa disunita perde velocità”

Visita del “Professore” a San Michele: “Il vostro futuro è in quest'Europa imperfetta”

“Il futuro dei giovani è in questa imperfetta Unione Europea”. È un messaggio di pragmatica speranza quello lanciato dal due volte Presidente del Consiglio, nonché ex Presidente della Commissione Europea, Romano Prodi, nella sua giornata trentina. Mercoledì 21 settembre il “Professore” ha tenuto una lectio magistralis davanti a 150 studenti della Fondazione Mach, per poi parlare nel pomeriggio a Pergine su invito della locale Cassa Rurale e dal Rotary Club. L’incontro della mattina, nell’aula magna dell’Istituto agrario, ha visto il politico toccare tutti i grandi temi che riguardano la storia moderna dell’Europa. Con un linguaggio semplice e molti esempi concreti, Prodi ha spiegato le radici del sodalizio tra gli Stati del Vecchio Continente e ne ha analizzato l’attuale situazione di difficoltà.

La platea, composta da ragazzi e ragazze delle superiori, dell’università e del dottorato di ricerca FIRST, è rimasta rapita dal viaggio nel tempo e nello spazio narrato da Prodi, popolato da personaggi che di fatto sono, o sono stati, coloro che hanno deciso le sorti della Terra.

“Ho smesso di parlare di pace con i giovani perché loro la ritengono garantita, invece non è vero. Basta pensare al conflitto in Jugoslavia. Quell’omone grande di Helmut Kohl, cancelliere tedesco, mi diceva sempre che voleva a tutti i costi l’euro perché suo fratello era morto in guerra. È lì che nasce il bisogno di stare uniti”, ha esordito l’ex premier, che ha all’attivo esperienze di peacekeeping in Africa per le Nazioni Unite e una docenza in Cina, oltre a numerose lauree honoris causa.

Sollecitato anche dagli studenti, Prodi ha parlato a lungo di migrazioni. “L’immigrazione non è più un fatto ordinato. Gheddafi mi aveva minacciato mille volte di spedire barche piene di profughi ma alla fine non è successo perché un governo allora in Libia c’era, mentre adesso è saltato tutto. Al summit di Bratislava hanno discusso del flusso di richiedenti asilo dalla Turchia, che di fatto non c’è più, ma non si è praticamente accennato alla Libia”.

“Queste sfide esterne – spiegava ancora Prodi – hanno messo in soffitta le politiche di solidarietà e hanno finito per cambiare la testa dei cittadini e dei governanti”, ha sottolineando l’importante di rimanere uniti per fronteggiare assieme l’emergenza.

Non sono mancati poi i riferimenti all’Autonomia trentina, che Prodi applaude (“In Trentino si vede che c’è qualche finanziamento pubblico in più rispetto al resto d’Italia, ma è anche vero che questo surplus poi viene speso bene”), pur rilevando come alcune problematiche abbiano bisogno di risposte a livello più ampio. “Credo nella valorizzazione delle autonomie regionali, ma le politiche generali sull’energia, sul turismo non possono essere fatte localmente. Ogni problema ha la sua dimensione”, ha chiosato.

Prodi ha voluto comunque spingere gli studenti a credere nell’Unione Europea, anche post-Brexit. “L’Europa, nonostante le difficoltà, rimane la prima potenza economica mondiale, con la più grande struttura di produzione industriale e le maggiori esportazioni. Quando non siamo uniti, però, perdiamo velocità. Il futuro dei giovani è in questa imperfetta Unione Europea, che sarà “multispeed”: un circolo di Paesi, probabilmente quelli della zona euro, tenderà a unirsi, mentre gli altri, come il Regno Unito e la Turchia, si limiteranno ad avere buoni rapporti con loro”. A conclusione della lectio magistralis, il presidente della Fondazione Mach, Andrea Segrè, ha riassunto così lo spirito dell’intervento:  “Prodi ha saputo trasmettere ai nostri ragazzi, ma direi in generale a noi tutti, la speranza di un futuro migliore del presente se riusciremo a superare localismi e divisioni che in un contesto globale peraltro molto competitivo non hanno più senso”.

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