Segata Spa, in occasione del sessantesimo compleanno un libro ripercorre la vita di Fausto

Fausto Segata che con orgoglio mostra un dipinto del capannone
Una strada tutta in ascesa, due gambe su cui contare, nessun passo falso. Da umile garzone a benevolo padrone. Partito con un gruzzolo di denari e grinta da vendere, senza battere il passo. È la storia di successo di chi ha chiuso la porta in faccia alle difficoltà, quella di “un un uomo che dal nulla è riuscito a costruire un piccolo impero”: il compianto signor Fausto Segata.

A ritessere la trama di una cavalcata imprenditoriale trionfale, da un bancone di angusta macelleria alla stanza dei bottoni di un’affermata azienda salumiera alle porte della città di Trento, è la buona penna di Graziana Vecchietti che della sua Sopramonte ha saputo più volte narrare con trasporto e vivo sentimento scorrendo nel fiume della memoria popolare.

Per la ricorrenza del 60° di fondazione della Segata Spa, festeggiato in pompa magna il 3 settembre scorso dal gruppo aziendale al gran completo, è stato dato alle stampe “Segata. Una storia”, l’elegante volume (in copertina il melograno, l’albero prediletto dal fondatore) con cui la nuova generazione al timone onora i propri genitori e il loro operato, i collaboratori presenti e quelli passati.

Come un pot-pourry dosato a puntino di ricerche documentali impreziosite da un corposo apparato fotografico, per lo più inedito e di immediata suggestione per lo spessore estetico, dedicato alla squadra di 170 dipendenti che con “dedizione, impegno e intelligenza hanno contribuito a raggiungere gli obiettivi e i traguardi di cui oggi l’azienda si fregia”.

“Da tempo era nei nostri pensieri tracciare una storia della vita di nostro padre e dell’azienda perché crediamo nell’importanza della memoria”, mettono nero su bianco, palpitanti d’orgoglio, i figli Annalisa, Stefania, Lorenzo e Umberto cui la mamma Laura Ravagni rimane vicina nella sede del quartier generale in località Soraval. Si denota scorrendo le prime pagine che non si tratta di una storia qualunque, quella di Fausto: un’esistenza consacrata alla costruzione di un piccolo impero del settore alimentare, colma di sacrifici, crucci e scalate che profumano d’altri tempi, ad un certo punto segnata dal lutto della secondogenita, Marisa, ma straordinariamente pregna di valori morali, sociali e spirituali che, testimonia l’autrice, “sicuramente hanno prevalso sul suo lavoro e sulla sua quotidianità”.

Classe 1934, un’infanzia trascorsa tra i banchi di scuola e i pascoli per non dover pesare sulla famiglia, esordisce da inserviente nella macelleria Lorenzini nell’ottobre 1949, ma le sue abilità manuali non passano inosservate e ben presto è conteso dai macellai di tutta Trento riuscendo ad accattivarsi stima e simpatie di clienti e commercianti.

Sette anni più tardi, il fatidico passo. Grazie alla licenza aprirà una rivendita tutta sua all’ombra del campanile natio cavalcando l’onda del boom turistico del Bondone, si trasferirà in nuovi e più ampi locali con annesso laboratorio per la trasformazione degli insaccati per poi divenire nei primi anni Settanta il primo produttore trentino di würstel aprendo i battenti qua e là in Trentino forte dello slogan “qualità e risparmio” all’indomani dell’inserimento nell’albo d’oro del Messaggero Economico Italiano per la sua “prestigiosa attività professionale”.

Caparbio, lungimirante nell’osare e nel pianificare, Fausto s’è distinto quale “uomo dalle mille risorse”, senza vanagloria e con un cocchio di riguardo alla sua comunità cui tutti devono essergliene grati per le opportunità occupazionali create, ma non solo, avendo teso la mano a tante persone e famiglie bisognose interessato com’era alla vita sociale della sua amata Sopramonte. Gli insegnamenti e l’attaccamento per la terra sono ereditati dalla discendenza all’insegna delle innovazioni complesse che tengono alto il nome del fondatore scomparso all’età di 81 anni, esempio di talento sbozzato sotto casa e lì attecchito. Una terra mai tradita neppure dai suoi figli. Per le nuove generazioni, i giovani delle start-up, un modello da cui trarre ispirazione.

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