I luoghi dell’Eucaristia

Ospitiamo le testimonianze di altri quattro operatori della delegazione trentina che dal 15 al 18 settembre ha preso parte al XXVI Congresso Eucaristico di Genova. Il gruppo trentino era guidato dall'arcivescovo emerito mons. Luigi Bressan e da don Giulio Viviani (si veda il n° 38 di Vita Trentina).

La vita di consacrazione che vivo nella mia comunità radicata su una spiritualità eucaristica mi ha dato la possibilità di vivere la partecipazione al Congresso Eucaristico Nazionale in doppio beneficio: come entusiasmante esperienza di Chiesa e come approfondimento della mia vita religiosa.

La parola congresso spesso si abbina ad una lunga serie di relazioni talvolta astratte, con lavori di gruppo dove molti intervengono portando la loro esperienza e le loro impressioni. Quest’ultimo congresso ha avuto un tratto univoco, come ha espresso alla fine il Card. Bagnasco: l’incontro con Gesù Eucaristia; e da questo incontro ha preso il via la sinfonia di quei giorni. Le catechesi da momenti cattedratici si sono trasformate in relazioni umane dove l’incontro con l’altro, il fratello si è scoperto come colui che cammina con me, fratelli e sorelle che cercano di vivere una fraternità: la Chiesa. Al congresso ho toccato con mano che l’Eucaristia fa la Chiesa, costruisce legami, ci fa essere occhi, testa, cuore, mani, piedi per far correre l’evangelo nel nostro tempo, tra le nostre strade.

Dall’Eucaristia celebrata all’Eucaristia adorata, dall’Eucaristia adorata all’Eucaristia vissuta nella carità e nell’annuncio. Tutto ciò con un filo rosso caratteristico dell’Eucaristia: la gioia, perché la gioia è Gesù.

sorella Patrizia

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“… a tutti sei venuto incontro” nella tua misericordia, nel nostro quotidiano, con tenerezza e forza dirompente. E nei giorni del Congresso Eucaristico l'abbiamo sperimentato, ne abbiamo gustato la verità e la bellezza. Nei diversi linguaggi: nella musica, nel silenzio contemplativo, nelle tradizioni popolari delle corporazioni e nella devozione dei genovesi, nella preghiera, nell'ospitalità amichevole della città. Nei diversi luoghi: nelle chiese, nei “caruggi” (i vicoletti angusti e multietnici del centro storico), nei luoghi della misericordia, nello spazio ampio e avvolgente del porto; sotto un cielo provvidenzialmente sereno, con accanto il mare che mormorava e accompagnava le parole dell'adorazione al porto e della Santa Messa della domenica. Nei volti: dei delegati (vescovi, sacerdoti, religiosi e laici), sereni e gioiosi nella preghiera; dei passanti che non sapevano nulla ma che poi si sono fermati, incuriositi e affascinati; dei fedeli genovesi, orgogliosi e accoglienti; dei cristi sui crocifissi portati in processione delle corporazioni; della Madonna della Guardia; del barbone seduto in fondo alla chiesa dove si pregava in adorazione tutta la notte.Perché l'Eucaristia la viviamo tutti i giorni, se (come ci ha detto il cardinal Bagnasco), sapremo essere piccole anfore che portano acqua dalla sorgente verso chi ha sete di infinito e di gioia vera.

Anna

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È stato il mio primo Congresso Eucaristico Nazionale; un Congresso che ha visto mobilitarsi tutte le Diocesi italiane. C’era tantissima gente la mattina del sabato nella Cattedrale di Genova per la celebrazione eucaristica e anche la Domenica alla Santa Messa conclusiva a piazzale Kennedy. Ma soprattutto una grande folla si è radunata il sabato pomeriggio al Porto Antico, quando su un battello della Guardia Costiera, uno dei tanti che ha salvato molti immigrati nel mare di Lampedusa, è arrivato a prua il “Santissimo Sacramento”, che è la nostra salvezza. C’è stata la Solenne Adorazione Eucaristica al termine della quale siamo andati in processione fino alla Cattedrale di San Lorenzo: è stata un’ora di adorazione intensa. Ci sono state anche le ore di adorazione notturne, alle quali ho partecipato; anche quelle sono state vere occasioni di preghiera. Abbiamo visitato i luoghi sacri della città. Ci sono stati due concerti: uno al Teatro Carlo Felice e uno per i giovani in piazza.

L’organizzazione è stata curata molto bene e per questo dobbiamo ringraziare i molti volontari che in modo impeccabile hanno svolto il loro servizio. Il tempo è stato veramente di aiuto, per tutto questo dobbiamo rendere grazie al Signore. Io sono tornato a casa entusiasta e felice, pronto ad impegnarmi nel trasmettere quanto ho vissuto. Di questo ringrazio di cuore tutta la delegazione diocesana che mi ha permesso di vivere intensamente questi giorni.

Antonio

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“Mi scusi, cosa sta aspettando tutta questa gente qui al porto?”. Così si è rivolto a me un passante di Genova mentre con la delegazione trentina e migliaia di persone stavamo attendendo l’arrivo del Santissimo Sacramento via mare, portato da una motovedetta della Guardia Costiera. Lì per lì sono rimasto spiazzato sulla risposta da dare ed in maniera spontanea, forse pensando al bell’inno del congresso, ho risposto: “Il Signore Gesù”. In effetti il tesoro più grande di questo XXVI Congresso Eucaristico Nazionale è stata la consapevolezza che il nostro è il Dio-con-noi, che Cristo è presente e vivo e attraverso le specie del pane e del vino si può realmente incontrare, con lui si può dialogare, e così si può attendere il suo arrivo su una barca così come si farebbe con qualsiasi altra persona davanti a noi. Ma soprattutto si ha la grande fortuna di poterlo adorare e, così come ha detto il card. Bagnasco, questo gesto non fa altro che permetterci di riconoscere il primato di Dio, di riconoscersi creature amate, di recuperare la giusta misura delle cose, di lasciarsi guardare da lui. Ma i vari momenti del congresso, dal concerto, alle catechesi, alle visite, alle celebrazioni eucaristiche ci hanno reso presente la Chiesa, soprattutto quella in Italia coi suoi pastori ed i suoi fedeli, che ha voluto di nuovo porre come sorgente della sua comunione e del suo slancio missionario proprio l’Eucaristia.

Luca

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