Cles, alcuni incontri in programma per la “Settimana dell’accoglienza”

Spesso la raccolta delle mele vede protagonisti molti migranti
In occasione della “Settimana dell’accoglienza”, manifestazione che impegna tutta la Regione Trentino Alto Adige, anche a Cles avranno luogo tra mercoledì 5 e giovedì 6 ottobre alcuni incontri che permetteranno di conoscere meglio e capire il fenomeno epocale dell’emigrazione, che sta trasformando la nostra società.

Katia Cavallero del Centro per l’Impiego di Cles, ospite di uno degli eventi in programma, commenta in anteprima alcuni dati riguardanti la Valle di Non, che dimostrano la grossa opportunità che costituiscono gli immigrati per l’economia locale. Essi si sono inseriti nei settori di minore interesse per gli italiani come l’agricoltura e l’alberghiero.

Nel 2015 in Valle sono state fatte 12.277 assunzioni di cittadini stranieri su un totale di 17.331; il 75% è legato all’agricoltura. Il periodo riguarda settembre e ottobre e concerne con la raccolta. Per un periodo limitato, e in minor numero, sono impiegati per la potatura in inverno e altri per il dirado fra maggio e giugno, ma non sono numeri così alti. Gli imprenditori agricoli, sottolinea Cavallero, non troverebbero in Italia manodopera sufficiente per la raccolta e per gli altri impieghi in agricoltura.

L’agenzia del lavoro coltiva già dei progetti per far incontrare agricoltori e persone che si trovano in loco disposte a raccogliere le mele, ma non sono sufficienti. I raccoglitori muovono anche un indotto notevole nel campo degli affitti degli appartamenti, nel campo della ristorazione, perché diversi agricoltori si avvalgono del catering degli alberghi, e anche i commercianti hanno notevoli incrementi di vendite oltre ai contributi versati all’INPS.

“L’iniziativa incentrata sul tema dell’accoglienza potrà aiutare tutti a creare colloquio e dialogo, superando pregiudizi e separazioni, conoscendo bene questo fenomeno”, continua Katia Cavallero. “Nell’incontro di giovedì sera si cercherà di affrontare in maniera documentata un aspetto fondamentale della questione: l’apporto che gli immigrati stanno dando alla nostra economia provinciale, partendo dal caso molto importante delle Valli di Non e di Sole”

“Stiamo andando verso la società delle solitudini”, commenta Stefano Canestrini del Centro Astalli. “Crescita della popolazione anziana, fragilità delle famiglie, crisi economica e nuove povertà, presenza di rifugiati e di immigrati: sono grandi cambiamenti che stanno modificando profondamente la nostra società e stanno moltiplicando le solitudini. Di persone e di gruppi. Tanti frammenti spesso isolati, che non comunicano, che si sentono soli. Frammenti di umanità – conclude – che esprimono un grande bisogno di accoglienza, di ascolto, di giustizia, di relazioni umane, di fraternità. Un bisogno di comunità. Di comunità autentiche”.

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