Borgo, giovani e immigrati all’opera per ripulire e imbiancare i portici

Borgo, I giovani all’opera
 

Alla festa dell’oratorio ci saranno anche diversi profughi. Ogni giorno lo frequentano per imparare l’italiano, giocando e socializzando con i ragazzi e gli operatori. Gli stessi con cui, alcuni di loro, hanno promosso, recentemente, una operazione per ripulire e imbiancare i portici del Lungo Brenta Trieste. Armati di secchi e pennelli, sotto l’occhio attento di don Daniele Morandini hanno ripulito questo angolo caratteristico del centro storico.

I profughi sono ospiti di due strutture private in via Bellat e via per Olle. Un intero pomeriggio di lavoro e pulizia che non rimarrà isolato. Un bellissimo gesto di responsabilità che, a breve, verrà replicato. Parroco e sindaco, infatti, hanno già deciso per una seconda esperienza. Con i profughi e i ragazzi dell’oratorio che si occuperanno anche del portico che collega via Temanza alla zona dell’Istituto Degasperi. È di proprietà comunale e da tempo è stato imbrattato con diverse scritte presenti. Il comune ci metterà il materiale, i ragazzi la manodopera.

“I ragazzi hanno aderito con entusiasmo alla nostra proposta, messa in piedi grazie alla collaborazione dei proprietari dei portici e del comune”, sottolinea don Daniele che sarà anche questa volta al loro fianco. “Un bel gesto a cui hanno partecipato anche diversi rifugiati, presenti da tempo in paese. In questo modo – continua il parroco – ringraziano la comunità, i borghesani e le tante persone che, in questi mesi, li hanno accolti e aiutati ad integrarsi nel tessuto sociale e culturale del paese”.

Ora, chi passa per i portici, trova muri e pareti rimessi a nuovo dove è anche piacevole ammirare i vari quadri esposti. Il tratto interessato è quello che dal ponte Veneziano porta verso palazzo Ceschi. “Quando ci hanno chiesto di dare una mano – ci confida Amadou Baio – subito abbiamo detto sì. Qui a Borgo stiamo bene, ci hanno accolto con gioia e ci sembra il minimo che possiamo fare per dire a tutti grazie”.

Alla mattina seguono dei corsi di italiano, spesso giocano a calcetto con i ragazzi del paese. Tra loro è nata una bella amicizia. Arrivano dal Ghana, dal Mali e dal Senegal. Come Iria Kelvi, Maka Koulibaly e Samson Okafor.

C’è chi sale sulle scale ad imbiancare. Come i due fratelli Ousman e Ibrahim Fati. Si divertono, chiacchierano allegramente tra loro e sorridono. Oggi sono 19 i profughi presenti in paese. La gente passa, si ferma. Ci sono volute poche ore per cancellare dai muri le solite scritte, frasi e disegni di varia natura.

Tanto olio di gomito, tanta pazienza e volontà. Amadou, Ousman, Ibrahim, Iria, Maka e Samson non si sono tirati indietro. Pronti, ma questa volta non da soli e con altri coetanei, a rimettere in mano pennelli e stracci per continuare la sua opera di pulizia dei portici. Dopo Lungo Brenta Trieste, a giorni saranno ripuliti anche quello vicino all’Istituto Degasperi.

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