AAA cercansi 5 mila candidati

Per il loro servizio non godranno certamente di un’indennità, forse di un vitalizio in Paradiso. Non avranno diritto a posti in prima fila, ma saranno invitati a sentirsi “servi inutili”, come nel Vangelo di domenica.

Saranno più di 5 mila il prossimo 20 novembre gli eletti a rinvigorire radicalmente i Consigli pastorali e i Comitati parrocchiali dentro le fresche Unità, così come i Consigli per gli Affari Economici. Non potranno ripresentarsi in lista quanti vi operavano già negli ultimi due mandati quinquennali, secondo la regola stabilita dai decani non certo per un “repulisti” pastorale ma per innescare il necessario apporto di risorse nuove.

Se la politica stenta con le quote rosa (vedi il rinvio del disegno di legge sulla parità di genere), la Chiesa locale in questo modo si impone la ricerca di  vocazioni al buon…consiglio che nascono dalla vita buona del Vangelo. Un rinnovamento radicale, tanto da rendere l’election day del 20 novembre un evento sorprendente per gli osservatori laici. Un “risveglio nella fede innanzitutto” che s’innesta però dentro la memoria del faticoso cammino compiuto, garantita dai 2 cooptati con cui ogni parroco potrà completare gli eletti, 15 al massimo per favorire un lavoro serio pure nel metodo.

Restano una quarantina di giorni per l’importante discernimento dei 5 mila candidati. Come, e dove trovarli? Non serve fabbricarli in val Gardena, sarebbero troppo perfetti e quindi forse anche dannosi.

“Bastano” uomini e donne disponibili al confronto insegnato dal Concilio, ispirati dall’ascolto della Parola di Dio nel leggere i segni del tempo e soprattutto affascinati da Gesù Cristo: “La sua vita, le sue parole, i suoi gesti, la sua umanità sono uno squarcio nelle tenebre di quest’ora della storia – ci ha ricordato mons. Lauro Tisi nel primo saluto da arcivescovo – ci suggeriscono vie inedite ed inaudite fatte di compassione, di tenerezza, di misericordia”.Non si richiede che siano tutti già impegnati nei vari ambiti parrocchiali (anche per non finire in overdose pastorale, un rischio soprattutto per i genitori giovani). Benvenuti quanti sanno riportare osservazioni rilevate “nel mondo”, quanti spalancano certe visuali troppo infraecclesiali e sanno leggere dalle loro finestre i bisogni di tanti parrocchiani poveri o invisibili.

Uomini e donne che non prediligano la comoda conservazione  con la scusa del “si è sempre fatto così” e – come diceva Matteo Truffelli all'Auditorium Santa Chiara – non si nascondano con n passo indietro all’insegna del “si salvi chi può”. Che non ributtino sul piatto la minestra riscaldata del disequilibrio laici/preti (in tante zone non si pone più nemmeno sul piano numerico), ma sappiano circondare il parroco affinchè egli avverta “che c’è qualcuno che si prende cura di lui”.

Tra le condizioni di inellegibilità si potrebbe infine mettere la propensioni alla lamentela, al mormorio e al pettecolezzo, bollati da Papa Francesco come “minaccia per la Chiesa”.

Ai generosi candidati che si fanno avanti o che potremo segnalare si potrebbe regalare la “Evangelii gaudium” che vale più di un programma elettorale: è una chiamata alla dolce fatica del servizio.

Per una Chiesa in grado di leggere il territorio e di operare con fede  nel futuro, una Chiesa “smart” – per usare la felice espressione di Piergiorgio Franceschini nell’editoriale di due numeri fa – cercansi dunque 5 mila cristiani imperfetti, mai del tutto formati, disponibili comunque a crescere con la loro comunità. Li incoraggeremo nell’urna, li accompagneremo sul sagrato del dopo Messa, li sosterremo anche con la compagnia settimanale di Vita Trentina.

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