Rapporto Caritas, I nuovi poveri? Sempre più giovani

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I nuovi poveri? Sempre più giovani.

Cade il vecchio modello italiano di povertà, che vedeva gli anziani più indigenti. Complice la persistente crisi occupazionale, oggi  la povertà assoluta è inversamente proporzionale all’età, cioè diminuisce all’aumentare di quest’ultima. E’ quanto emerge dal Rapporto Caritas 2016. Partendo dagli ultimi dati Istat, che segnalano l’esistenza in Italia di 1 milione e 582 mila famiglie povere per un totale di quasi 4,6 milioni di individui – il numero più alto dal 2005 – il dossier mette in luce l’elemento inedito dell’avanzata dei giovani poveri: 10,2% l’incidenza della povertà assoluta tra i 18-34enni, che cala all’8,1% per la fascia 35-44 e così via diminuendo fino al 4% dei over 65.

Se poi sono soprattutto gli stranieri a rivolgersi ai centri ascolto (57,2% a livello nazionale), nel 2015 al Sud la percentuale degli italiani (66,6%) ha superato di gran lunga quella degli immigrati.

L’anno scorso, 7.770 migranti si sono rivolti ai centri Caritas, oltre 3.000 profughi o richiedenti asilo sono stati accolti nelle parrocchie, con fondi diocesani.

La fotografia di uno scenario desolante che in alcuni aspetti non si discosta dalla realtà trentina come spiega il direttore della Caritas Diocesana Roberto Calzà anticipando ai nostri microfoni  il Dossier che sarà presentato fra un paio di settimane        

I dati dalla Caritas nazionale non si discostano da quelli diffusi sempre ieri da Eurostat  che mette al quarto posto l’Italia in Europa per aumento rischio povertà dopo Grecia, Cipro e Spagna  

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