Eleison – pietà

L’Anno Santo straordinario della Misericordia va verso la sua conclusione. Ci sono ancora venti giorni. Si potrebbe tentare un bilancio personale e comunitario di quanto abbiamo ricevuto dalla misericordia di Dio e di quanto noi stessi abbiamo fatto nella preghiera, nell’impegno di diffondere il Vangelo e nella fattiva carità con il volto della misericordia. Abbiamo imparato da Papa Francesco a credere ancora nella misericordia di Dio. Da lui siamo stati esortati e incoraggiati più volte a ricordare, conoscere e praticare le opere di misericordia corporale e spirituale.

Se c'è, quindi, una parola che abbiamo imparato ad ascoltare e a dire, a riconoscere, a diffondere e a esercitare in quest'anno giubilare è appunto la parola misericordia. Forse ci siamo anche accorti di quante volte questa parola è presente soprattutto nella liturgia della Messa. Quante volte viene detta e ripetuta e normalmente non le facevamo neanche caso. Fin dalle prime parole della Messa c’è questo termine e questa idea della misericordia di Dio. La si trova nascosta anche in una parola che non mi piace, quando diciamo: Signore, pietà! E quella parola pietà fa proprio pietà! È, infatti, una brutta traduzione di un’antica parola greca “eleison”; Kyrie, eleison, Christe, eleison

La più bella e vera traduzione sarebbe appunto non pietà, ma misericordia! Come a dire: Signore abbi misericordia di noi! Cristo, abbi misericordia di me! Come a dire: Signore rivelami, donami, fammi sperimentare, non farmi mancare la tua misericordia, che si è rivelata e comunicata a noi nella tua incarnazione e nella tua Pasqua. Qui appare veramente l’espressione della nostra fede in un Dio, che è ricco di misericordia; ma insieme anche la nostra volontà e il nostro impegno a vivere questa misericordia.

Come altre parole che diciamo nella liturgia (amen, alleluia, osanna) questa espressione potrebbe rimanere anche nella lingua originale. Così potremo ripetere Christe, eleison; Kyrie eleison come fanno più volte i nostri fratelli e sorelle di rito ambrosiano a Milano e dintorni. Signore, abbi misericordia: è questo il senso pieno di quella parola che indica il cuore grande di Dio per noi. Quel cuore che si è rivelato e mostrato nel cuore umano del Figlio di Dio fatto uomo. Un cuore che ci accoglie sempre, che ci perdona, che ci incoraggia, che ci ridà vita. Il Signore che noi invochiamo, che conosciamo,è uno che ci ascolta. Ma non si limita all’ascolto; ci esaudisce, ci dona la sua misericordia sempre, sempre. I Santi, i defunti che commemoriamo in questi giorni nelle nostre chiese e nei nostri cimiteri ce lo ricordano: hanno creduto e praticato la misericordia sulla terra e ora la vivono in pienezza nel Cielo di Dio.

(8 – segue)

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