L’intimidazione all’Ombretta

Una tanica di gasolio nella pensione di Soraga che avrebbe dovuto accogliere richiedenti in un progetto innovativo di formazione lavoro

Ha destato impressione e deprecazione non solo in val di Fassa (si veda anche pag.29) l'atto intimidatorio ai danni della Pensione “Villa Ombretta” (fuoco appiccato ad una tanica di combustibile nella notte fra venerdì e sabato) che avrebbe potuto avere conseguenze molto gravi. Fra le numerose prese di distanza, molto dura quella dei presidenti delle ACLI e della cooperativa CASL Lucio Reggio d'Aci che gestisce la struttura destinata ad accogliere richiedenti asilo con attività formative e di inserimento lavorativo assieme alla Cooperativa Kaleidoscopio. Luca Oliver e Lucio Reggio d’Aci invitano “ad una profonda riflessione circa la necessità di reagire rispetto ad atteggiamenti che denotano, oltre alla vigliaccheria, anche l'incapacità di pensare minimamente agli altri”. Le ACLI e la CASL osservano che le ipotesi avanzate andavano certamente ancora concertate con i territori in uno spirito di trasparenza e condivisione, ma anche nella prospettiva dell'integrazione dei richiedenti asilo. “Avevamo lanciato la proposta di Villa Ombretta – ha spiegato a radio Trentino inBlu Michele Odorizzi, presidente di Kaleidoscopio – perchè non si pensava solo ad una struttura di ospitalità ma soprattutto ad uno spazio in cui creare percorsi di formazione al lavoro, una sorta di laboratorio in cui fosse possibile imparare i lavori di aiuto cuoco o cameriere in sale, soprattutto per le donne immigrate. Questo progetto recupera anche la tradizione di questa casa costruita dalle donne acliste per unire ospitalità a formazione sul campo”.

Proprio da una delle storiche voci acliste, Anna Cova, ancora socia della cooperativa CASL, viene ai nostri microfoni questa riflessione: “Avevamo dato da tempo la disponibilità della struttura, nella prospettiva di un lavoro d'insieme e di attenzione ai problemi sociali emergenti in questo momento nella società. Già in giugno in una nostra assemblea avevamo parlato della possibilità di poterci rivolgere ai rifugiati o ai nuovi trentini o ai genitori separati: è lo spirito con cui questa casa è nata negli anni Settanta grazie al volontariato e al denaro offerto generosamente da privati, proprio per poter aiutare le categorie più bisognose”.

Alla luce di questa vocazione storica ancora viva, dentro la CASL c'è amarezza in particolare per un'allusione del sindaco di Soraga, Devi Brunel in una lettera aperta del 27 ottobre scorso, contraria all'ipotesi di accogliere tutti i migranti a Villa Ombretta: “Non deve passare il messaggio – motivava fra l'altro il sindaco – che grandi strutture, spesso fuori mercato per quanto riguarda il turismo, possano salvare la loro redditività ospitando richiedenti asilo. Questo porta a fare della solidarietà un businnes, un lucro che non possiamo accettare e porterebbe grossi problemi in tutta la valle perchè significherebbe sdoganare una pratica sbagliata”. La CASL è contraria a quest'affermazione rivendicando la propria storia di turismo sociale, lontana da prospettive di lucro, sempre attenta ai più deboli e anche alla loro formazione.

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