Clima: le grosse sfide agli impegni nazionali

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Ciò che caratterizza la COP è il massiccio scambio e flusso di idee e di iniziative tra Paesi e ONG di tutto mondo. Tali scambi avvengono, di norma, durante gli eventi collaterali.

Una delle aspettative più grandi di questa “COP Azione” è quello di vedere come gli Stati, in gruppo o singolarmente, aumenteranno i loro contributi nazionali, come definito nell’Accordo di Parigi.

Il secondo giorno della COP22, i ricercatori provenienti dall’America Latina (Ecuador, Colombia, Argentina, Brasile e Uruguay) hanno condiviso i loro risultati riguardo gli elementi che possono facilitare e quelli che possono invece impedire il raggiungimento degli obiettivi nazionali. 

Crediamo che siano gli stessi fattori condivisi dalla maggior parte dei Paesi in via di sviluppo, cioè dei Paesi del Sud del mondo.

Daniel Ryan (Argentina) ha evidenziato che tra i casi dell’America Latina (in particolare Argentina, Brasile e Uruguay) ci sono quattro dimensioni principali che vanno prese in considerazione e che sono di fondamentale importanza per comprendere i fattori che svolgono un ruolo importante per mantenere gli impegni nazionali.

1) Fattori strutturali: la maggior parte di essi sono di natura economica. In questo senso l’economia internazionale può influenzare negativamente il raggiungimento degli impegni nazionali.2) Fattori istituzionali: bisogna identificare quali siano le migliori politiche pubbliche e quale sia il quadro generale entro cui operare che possa facilitare la realizzazione degli impegni. C’è stato qualche progresso nel definire un quadro internazionale comune, come l’Accordo di Parigi, che spinge verso la riduzione delle emissioni nel settore agricolo. Tuttavia, come accade spesso, le legislazioni nazionali non rispecchiano le esigenze dei governi locali.3) Le informazioni disponibili e il supporto tecnico: l’accesso alle informazioni è una questione centrale per la creazione e il controllo dei contributi nazionali. Tali contributi non devono essere unicamente in mano degli Stati attori: la chiave, piuttosto, dovrebbe essere la partecipazione della società civile. Ecco perché la mancanza di accesso alle informazioni può essere un ostacolo all’applicazione dell’Accordo Parigi.4) Infine, la configurazione e le coalizioni a sostegno e contro l’attuazione dei contributi: è noto che le normative ambientali influenzano gli interessi economici dei gruppi sociali. Ecco perché in questa occasione c’è stata una chiamata per l’innovazione e la creatività nella costruzione dei contributi nazionali pre-2020, al fine di ottenere politiche più inclusive a beneficio di tutti i cittadini.

Dal prossimo anno, gli Stati inizieranno a rivedere i loro contributi all’Accordo di Parigi. Le dimensioni che abbiamo riportato sopra sono gli elementi fondamenti che devono essere presi in considerazione nelle azioni future, a lungo e a breve termine.

José Jara e Giovanna Gini

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