I nodi, le attese, il futuro

Dal 16 al 18 novembre a Trento il Convegno promosso dalla CEI. Ce ne parla don Cristiano Bettega, direttore dell'Ufficio ecumenico della CEI

Due voci, una protestante e una cattolica. Un confronto aperto e libero, che attraverso il dibattito e l'approfondimento aiuti ad assumere “uno sguardo comune sull'oggi e sul domani”. Questo il proposito del Convegno nazionale promosso dalla CEI nell'ambito delle iniziative per il 5° centenario della Riforma protestante, come ci spiega don Cristiano Bettega, direttore dell'Ufficio nazionale per l'ecumenismo e il dialogo.

Il programma del Convegno, che si terrà a Trento dal 16 al 18 novembre (vedi riquadro), è frutto della riflessione comune della consulta dell’Ufficio della CEI e dei rappresentanti della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. “Insieme abbiamo pensato ai temi, definito gli argomenti di discussione e i relatori. Già questa – assicura don Bettega – è stata un'esperienza ecumenica in sé, apprezzata da tutti i partecipanti al gruppo di lavoro”.

“Cattolici e protestanti a 500 anni dalla Riforma”, questo il titolo del Convegno, si aprirà con una prima riflessione biblica (“come non si potrebbe mettere al centro la Parola che ci unisce?”). Seguirà una tavola rotonda con i rappresentanti delle varie chiese protestanti (luterana, valdese, battista, pentecostale, avventista): ciascuno racconterà cosa significa essere protestanti oggi in Italia e come vede il cammino ecumenico.

La parte più corposa del convegno è prevista il secondo giorno, con Bruno Forte e Fulvio Ferrario che proveranno a mettere a fuoco i “nodi” del dialogo ecumenico, affrontando le questioni aperte sul fronte teologico: “Se è vero che il patriarca Atenagora aveva detto a Paolo VI 'mettiamo tutti i teologi su un'isola e noi facciamo l'unità delle chiese' (e Papa Francesco riprende questa affermazione), va anche detto che in realtà senza dialogo teologico non si arriva da nessuna parte”, dice don Cristiano Bettega: “Se la teologia è il tentativo di scrutare il mistero divino, allora vale la pena confrontarsi anche da questo punto di vista, per aiutarci a capire meglio Dio". Nel pomeriggio di giovedì 17 è prevista una presentazione dei corridoi umanitari: “L'idea – spiega Bettega – è quella di far capire come l'ecumenismo sa, può e deve essere anche molto concreto”.

Nelle serate sono in programma due eventi di richiamo (si veda il riquadro a parte, ndr): il primo dimostrerà come le tradizioni cattolica e protestante, che pur se ne sono dette di tutti i colori durante i secoli, in realtà siano state molto unite su diversi fronti: uno fra tutti, la musica. La preghiera in Duomo “ha lo scopo di fermare tutti davanti al Cristo per pregare, ascoltare, camminare insieme”, spiega ancora Bettega. Con un gesto simbolico, la condivisione materiale di un grande pane, si esprimerà l'attesa impaziente dell'Unità vera. Quasi a dire: "Siamo stufi di aspettare, vogliamo celebrare insieme l'l'Eucaristia e condividere il insieme il Corpo di Cristo".

Le conclusioni del venerdì mattina avranno lo scopo di lanciare delle sfide, proporre degli obiettivi, puntualizzare le prossime tappe. Il convegno è stato pensato come tappa di un cammino, che l'anno prossimo coinvolgerà anche la Chiesa ortodossa: “Il convegno annuale del 2017 – conclude don Bettega – verrà proposto insieme a tutte le tre famiglie cristiane (cattolici, protestanti e ortodossi). L'idea è di fermarci a riflettere sui frutti della Riforma luterana: la centralità della Parola, la partecipazione attiva dei fedeli, il ruolo dei laici nella vita della Chiesa, l'attenzione etica all'uomo, al lavoro, al creato… Speriamo in bene!”.

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