Pergine, dal diario di Dellai la follia della guerra

Pergine, lo spettacolo “Son partito giallonero e ritorno tricolor”
 “Son partito giallonero e ritorno tricolor” è una delle più significative iniziative culturali promosse in Trentino per ricordare i 100 anni della Prima Guerra mondiale. Ha debuttato a Pergine l’11 e il 12 novembre con due esauriti, sarà riproposta all’Auditorium di Trento il 18 e allo Zandonai di Rovereto il 25 novembre.A promuoverla la Co.F.As. con le altre tre Federazioni attive sul territorio provinciale (Corpi Bandistici – Cori – Fe.C.C.Ri.T.), che per la prima volta si sono messe insieme nell’allestimento di uno spettacolo. Una storia vera, uscita da un piccolo diario che il perginese Arturo Dellai ha regolarmente tenuto nei sei lunghi anni che ha trascorso lungo le rotte dell’Europa a causa della guerra. Lo ha messo in forma teatrale Claudio Morelli, vincendo la 16^ edizione del concorso “Atti unici” della Co.F.As., mentre Publistampa ha edito all’inizio di quest’anno un corposo volume, arricchito, oltre che dal diario del protagonista, da molteplici contributi sulla Prima Guerra mondiale.

Lo spettacolo che ne è uscito è una rappresentazione corale di una vero e proprio dramma, quasi la riproposizione di una tragedia greca, con attori, ma anche con il coro (Castel Pergine, Highlight di Pergine, Piramidi di Segonzano), la banda (Lizzana) e il Gruppo Folk di Pieve Tesino. Ne è uscito uno spettacolo articolato e complesso, che necessariamente i registi Elena Galvani e Jacopo Laurino hanno “costretto” alle esigenze sceniche e spettacolari (compreso l’utilizzo della proiezione di numerose immagini e video storici di cento anni fa), facendo perdere forse un po’ della poesia e del pathos che Claudio Morelli sa dare ai suoi scritti, ma ottenendo in cambio una spettacolare presentazione di vicende storiche davvero drammatiche.

Arturo Dellai non è solo il protagonista di una storia, è il simbolo vivente di una tragedia che si chiama guerra. Una tragedia che costringe il giovane perginese, assieme ad altri suoi coetanei, a combattere per ragioni che rimangono incomprensibili, a iniziare nel 1914 un lungo viaggio, che durerà fino al 1920, e che lo porterà a girare quasi tutto il mondo: Leopoli, Kiev, Mar d’Azov, Siberia, Cina, Singapore, Isola Ceylon, Aden, Suez, Porto Said, Brindisi, Trieste; a combattere in prima linea sul fronte orientale, dove viene ferito da fuoco amico; a passare mesi negli ospedali russi, a lavorare nelle campagne ucraine durante la raccolta del grano, e scendere come minatore nelle profondissime miniere sul Mar d’Azov, ad assistere allo svilupparsi della rivoluzione russa mentre senza capirne granché; a lavorare come magazziniere nella stazione di Mosca, liberare le rotaie da metri di neve nel cuore della Siberia, suonare a Pechino nella banda dell’esercito italiano, combattere contro i bolscevichi nei battaglioni neri… Per rientrare infine a casa, nella sua Pergine, che aveva lasciato da suddito austriaco e che ritrova italiana.

Storia vera, documentata, che lo spettacolo teatrale non fa che rendere ancora più drammatica ma autentica; la testimonianza della follia di una guerra scatenata, come tutte le guerre, dagli interessi di pochi e vissuta e sofferta da esseri umani che si muovono, o meglio vengono mossi, come povere pedine in una partita a scacchi giocata da altri.

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