Il gusto dei ricordi

Il cibo nutre l’anima e, con i suoi profumi e i suoi sapori, crea comunità e memoria condivisa

“Chi non ha provato una sensazione di benessere assoluto entrando in una casa dove s’espande il profumo di qualcosa che lievita in forno? Un profumo che si fa linguaggio, modo privilegiato di comunicare”. E ancora: “Quante tensioni si sono allentate a tavola, quanti progetti sono maturati sopra una tovaglia allegra, quante disarmonie si sono ricomposte grazie a un buon bicchiere di vino”.

Anche se non ne siamo sempre consapevoli, il cibo è una parte intrinseca dell'identità di ognuno di noi; racconta anche un territorio e la sua gente, e attraverso l'amore di chi lo prepara e il piacere di chi lo gusta, diventa veicolo di valori di comunità e memoria condivisa.

Con il suo ultimo libro “Limone Ruffiano” (ed. Il Vicolo – Divisione Libri), Nadia Scappini – scrittrice e poetessa romagnola, trentina d'adozione – ci propone una piacevolissima narrazione su cibo e convivialità come momenti qualificanti del nostro essere nella vita e nella relazione con gli altri. Scappini presenterà il suo “Limone ruffiano”, in dialogo con il critico letterario Giuseppe Colangelo, martedì 6 dicembre alle ore 17, presso la sede dell’Associazione Culturale “Antonio Rosmini” (via Dordi, 8).

Quella che a prima vista potrebbe sembrare una comune raccolta di ricette, si rivela una piccola storia italiana del cibo, fatta, oltre che di ricette, anche di riflessioni sulla natura stessa del cibo, ricordi, consigli, aneddoti e brevi racconti. Il libro nasce dalla volontà di tramandare una memoria corale legata al cibo e al benessere che da esso deriva: non poteva che essere, dunque, una narrazione a più voci. Al progetto hanno collaborato, con un pensiero o una ricetta, molte persone, note e meno note: tra queste Susanna Tamaro, Elisabetta Sgarbi, Paolo Ruffilli, Gherardo Colombo, Alberto Sinigaglia, Gianfranco Lauretano… ma anche amici dell'autrice, “compagni di scuola, mamme di amici, addirittura – spiega Scappini – persone, gentilmente segnalatemi, e disponibili a partecipare all’avventura conviviale con una loro testimonianza”.

Il cibo nutre l’anima, e con i suoi profumi e i suoi sapori nutre soprattutto i nostri ricordi. Non è un caso se nell'ultima sezione del libro, dedicata alle merende d’una volta (quasi quaranta le ricette raccolte dall'autrice), chi scrive carica di suggestioni il proprio ricordo nel tentativo di recuperare, insieme al sapore del cibo, il gusto di un’età.

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