C’era una volta la rotta balcanica

Era l’estate del 2015 quando migliaia di profughi provenienti da Siria, Iraq e Afganistan marciavano a piedi, lungo otto nazioni, pur di riuscire ad entrare in Europa sognando accoglienza e asilo politico. Da lì a pochi mesi, dopo l’innalzamento del muro al confine dell’Ungheria, le organizzazioni internazionali e i governi hanno costruito un sistema di smistamento dei rifugiati in transito sui Balcani. Come dei pacchi in una catena di montaggio, migliaia di persone venivano spostate da una stazione all’altra, da una nazione all’altra, in una gara dove più che la solidarietà contava l’urgenza dei governi di liberarsi di queste persone dalla propria nazione.

“Do you remember balkan route?” è un web documentario che racconta cosa ne è stato della rotta balcanica dei migranti, a un anno dalla sua chiusura. La storia, che è possibile navigare sul sito: www.doyourememberbalkanroute.org, fotografa cosa accadeva sui confini dei Balcani esattamente dodici mesi fa. Un viaggio partito in macchina da Bologna fino alla città ungherese di Roszke, dove ancora oggi c’è il muro anti migranti alto tre metri. E poi i villaggi della campagna fangosa della Serbia, diventata centro di smistamento burocratico per i documenti dei richiedenti asilo. Fino ad arrivare in Croazia e Slovenia, dove a pochi chilometri dall’Italia ancora oggi esiste una recinzione, costruita per allontanare quei rifugiati che proprio lì in cima alle montagne non sono mai arrivati e che adesso è utile solo a impedire l’ingresso in area Schengen ai conigli e ai cervi. Un percorso fatto inseguendo i muri fisici eretti dai governi che volevano difendersi dall’invasione migrante. Ma anche su quelli storici dei Balcani, la regione dell’est oggi frammentata in popoli e nazioni ma che fino a qualche decennio fa era tutta riunita sotto l’unica bandiera jugoslava.

“Ti ricordi della rotta balcanica?” è un reportage multimediale che mette insieme contemporaneamente diversi stili narrativi con l’obiettivo di trasmettere il senso di questo viaggio sui confini dell’est Europa su più livelli. Grazie alla timeline divisa in tre capitoli, le tappe del viaggio sono raccontate attraverso i fumetti, i video e le foto. Quattro graphic novel, disegnate da tre artisti, che si intrecciano con le clip muovendosi su una mappa. Così le interviste e i disegni si ibridano per raccontare le storie delle persone conosciute lungo i duemila Km di confini attraversati. Come quella fatta al sindaco ultranazionalista del primo paese di frontiera al confine ungherese che mentre festeggia il Natale con i suoi concittadini, pattuglia la campagna con il suo rottweiler al guinzaglio cacciando rifugiati clandestini.

(Questo articolo è apparso su OBC Transeuropa: www.balcanicaucaso.org/aree/Balcani/Do-you-remember-Balkan-Route)

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