«Parità vincente»

«C'è consapevolezza progressiva che il benessere passi dall'idea che devono stare bene entrambe le parti, non solo datore e lavoratori ma anche papà e mamma. Ma serve una cultura della famiglia». «Conciliazione? Bisogna mettersi a tavolino e trovare soluzioni possibili e noi lo dimostriamo». «Tra noi avvocati? L'azzeccagarbugli è ancora il maschio» Violenza sulle donne: «Seicento denunce all'anno, ma sono solo il 20% dei casi. Trovate la forza di denunciare, l'aiuto c'è». «Ho avuto una grave malattia, ma ho trovato la forza di andare avanti: in tanti mi hanno fatto sperare»

La trentina Eleonora Stenico, avvocato figlia d'arte, è una “signora” Consigliera di Parità della nostra Provincia autonoma. Si è conquistata il ruolo fin dal 2006 (è al secondo mandato) per concorso pubblico su base nazionale (“non ovunque è così”, commenta sottovoce). E a sentirla parlare, pacata ma ferma, sicura di sé e sufficientemente persuasiva, fa pensare alla persona giusta al posto giusto.

Per fare esattamente che cosa, avvocato?

La Consigliera è un organismo voluto dall'Unione Europea, con ruolo tecnico, non politico. Pensato per sostenere l'occupazione, in particolare quella femminile. Le donne nell'ultimo trentennio si sono avvicinate al mondo del lavoro ma subendo spesso trattamenti non equi o di sfavore. Mio compito è tutelare lavoratrici, ma anche lavoratori, per far sì che si mantenga l'occupazione o si risolvano eventuali conflitti.

Rapporto con la Commissione Pari Opportunità?

Facciamo parecchie iniziative insieme. Noi ci occupiamo di rapporti di lavoro, la Commissione opera di più sul fronte culturale.

Un caso concreto sul quale è intervenuta?

Affrontiamo centocinquanta casi all'anno. Cito quello di un'impresa di Trento nord con una lavoratrice in maternità. Il datore in sua assenza decide di spostarla a Milano. E' indicato in busta paga ma lei non controlla se non l'importo. Quando rientra al lavoro le viene detto che il suo posto è trasferito. Il bimbo aveva cinque mesi, lei era impossibilitata e si rivolge a me. Approfondisco con datore di lavoro, le posizioni sono lontane, mi dice che non c'era più nemmeno la mansione. Io apro l'istruttoria e verifico che le mansioni in realtà erano state distribuite agli altri dipendenti. Il datore l'ha riconosciuto e siamo andati a conciliazione.

In assenza di composizione?

E' possibile ricorrere al giudice del lavoro. Ma è capitato solo per tre cause in dieci anni, tutte vinte.

Pari opportunità sul lavoro. Ancora chimera, utopia?

Si sta realizzando, anche se il contesto non aiuta. C'è consapevolezza progressiva che il benessere passi dall'idea che devono stare bene entrambe le parti, non solo datore e lavoratori ma anche papà e mamma. E' importante la cultura della famiglia, che i coniugi capiscano che ci vogliono entrambe le forze per arrivare a fine mese. Resta la difficoltà della conciliazione lavoro-famiglia, non solo a favore dei bambini ma anche ammalati e anziani.

Tra i casi affrontati quanti riguardano uomini?

Solo il 5% di casi all'anno, con situazioni analoghe a quelle femminili come part-time o congedo parentale per i figli.

Qual è la resistenza maggiore dei datori di lavoro, privati o pubblici?

L’idea che la maternità e i congedi siano un costo, non si avvicinano con spirito costruttivo. Bisogna mettersi a tavolino e trovare soluzioni possibili e noi lo dimostriamo. Si può lavorare sulle possibilità offerte dai contratti, sugli orari, sui turni. La soluzione è vestita sull'azienda specifica. A vantaggio di tutti. Sta maturando anche la consapevolezza di valorizzare le donne che sono molto preparate.

Il contesto legislativo qui aiuta e non poco…

Abbiamo leggi più avanti ma anche l'intervento dell'Agenzia del lavoro che incrementa la retribuzione ad esempio per il padre che, stando a casa, subisce una riduzione di stipendio. Questo incentivo forte c'è solo in Trentino. Almeno una cinquantina di padri mi risulta ne abbiano usufruito. C'è poi il lavoro dell'Agenzia per la Famiglia con il processo del Family-audit con cui le aziende sono supportate da consulenti specializzati per trovare le soluzioni ottimali. I vantaggi sono enormi, tant'è che siamo diventati un modello azionale.

In casa lei ha raggiunto la parità?

Ho visto una progressiva maturazione di mio marito che ha scoperto che accudire i nostri due figli è ricchezza e non peso. Anche se il carico maggiore resta alla mamma.

Avvocato, Consigliera di Parità, moglie e genitore non è certo facile…

Ammetto che si lavora anche la sera, quando i bambini sono a letto, il sabato mattina. Possibilmente senza far mancare però nulla ai figli, vera priorità.

Nella sua professione forense, il livello di parità uomo-donna?

Come numeri sì, forse abbiamo più avvocati donne. Quello che non si è raggiunto è la condivisione degli ambiti. Quelli femminili restano diritto familiare, assistenza minori, ma sono anche i meno remunerativi. Diritto societario, commerciale, amministrativo, oltre ovviamente al penale, tranne poche eccezioni sono appannaggio degli avvocati uomini. Credo ci sia ancora un orientamento per cui l'azzeccagarbugli è il maschio.

La deriva dell’assenza di parità è la violenza sulle donne, di cui il 25 novembre abbiamo celebrato la Giornata: dai dati in vostri possesso quale riflessione?

Grosso problema. La registriamo soprattutto tra le mura domestiche, ma anche su rapporto di lavoro. Stiamo cercando di fare il più possibile: c'è una legge provinciale che ha consentito di costruire un'importante rete anti-violenza con forze di polizia e giudiziarie e servizi socio assistenziali. Si è costruito un osservatorio: abbiamo seicento denunce all'anno. Ma sono l'atto di chi riesce a reagire che si stima siano sono solo il 20% del totale. Ci sono poi 550 bambini che hanno assistito agli atti di violenza, altro tema importante con il rischio che si ripercuota nelle loro relazioni future.

Dove trova forza questa violenza nascosta?

E' l'idea che ancora la donna non sia un essere uguale a te e meriti lo stesso rispetto. Idea di possesso e sopruso.

Alle donne che ne sono vittime ma restano in silenzio quale messaggio?

Non è facile trovare la forza per denunciare e mollare tutto. Rivolgetevi anche solo per un consiglio o per un dialogo alle strutture indicate. Quando la donna si rende conto delle misure a sua tutela allora forza prende coraggio. Ci sono case protette, rifugi ad indirizzo anonimo.

Ha fatto nella vita ciò che ha sognato da piccola?

Mio padre è avvocato e ho sempre respirato l'idea di giustizia, uguaglianza, rispetto. Questo mi è stato instillato. Papà lavora ancora nonostante sia molto anziano. E' una persona dai grandi valori: credere nell'altro, nel rispetto reciproco. Mia mamma mi ha insegnato l'indipendenza, a rialzarmi da qualche sconfitta e credere in me stessa ripartendo dalla propria interiorità.

C'è spazio anche per una rilettura alla luce della fede?

Sì, certo. Ma credo che tutti abbiano un'interiorità spirituale. La materialità non basta. Bisognerebbe ascoltarsi di più, e non solo quando ne abbiamo bisogno. Se ci guardassimo dentro ogni giorno sapremmo risolvere anche le piccole difficoltà quotidiane con l'altro. Qualche anno fa sono stata affetta da una malattia grave e in quel momento bisogna trovare la forza e credere di riuscire ad andare avanti.

Il suo sorriso ci fa ben sperare…

Nessuno è estraneo alle difficoltà. L'unione fa la forza e in tanti mi hanno aiutato a sperare che ci fosse un domani.

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