Il “nobil giuoco”…

Disciplina sportiva associata al CONI dal 1988, gli scacchi sono un eccezionale strumento per lo sviluppo della mente, della personalità e del comportamento sociale

Si narra che gli scacchi siano nati in India attorno al VI secolo d.C., per poi diffondersi in Persia – dove il gioco prese il nome di “Shah Mat”, ovvero “Il re è morto”, da cui deriva l'espressione italiana “scaccomatto” – e, successivamente, in Russia ed Europa occidentale.

Nel nostro Paese, gli scacchi sono una Disciplina Sportiva Associata al CONI dal 1988, mentre la Federazione Scacchistica Italiana, fondata nel '20, è membro del massimo organismo mondiale, a sua volta riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale nel '99.

La FSI conta oggi oltre 13.000 atleti tesserati. “In Trentino sono 184, 104 dei quali under 18, compresi i 48 al loro primo tesseramento. Annoverando anche istruttori e arbitri, gli iscritti si aggirano sui 200. Quattro sono, invece, le società affiliate: il Nettuno Scacchi di Gardolo, l'ASD Scacchi Arco Alto Garda, il Circolo Scacchistico Roveretano e l'Unione Scacchistica Trentina”, sottolinea Roberta De Nisi, dal 2005 delegata provinciale della Federazione, nonché presidente dell'UST, premiata lo scorso anno dalla FSI come miglior società del Nord Italia. “Numeri nella media, buoni se rapportati percentualmente ad altre realtà. Tanto più che, prossimamente, dovrebbero aggiungersi all'elenco due Circoli, uno di Cles e uno di Primiero, che al momento fanno solo attività promozionale. Stiamo poi sviluppando una collaborazione con i cugini altoatesini”.

Nel frattempo, a livello locale, gli impegni non mancano. “Noi, come Delegazione trentina, organizziamo la fase individuale del CIA e del CIG Under 16, il Campionato Italiano a Squadre di Serie C7, cui partecipano Nettuno e Arcoscacchi, di Serie B4, nel quale gioca l'UST, di Serie A1.2, ancora con l'UST speranzoso di accedere al massimo torneo Master, e quello U16”, spiega De Nisi, che è anche arbitro federale e istruttore nazionale con qualifica di Tutor SNAQ. “Inoltre allestiamo il Trofeo CONI riservato alle compagini U10 e U14, i Giochi Sportivi Studenteschi, in programma il prossimo 17 marzo, il Campionato Italiano Femminile e siamo presenti alla manifestazione 'Il Trentino dei bambini'. Tenendo conto che ogni squadra è composta da 4/5 giocatori, coinvolgiamo complessivamente circa 500 scacchisti. Il tutto senza considerare i 100/150 iscritti a ogni Open Internazionale gestito dai Circoli”.

Un'organizzazione capillare, che, in passato, ha regalato al Trentino quattro titoli nazionali femminili, con la sorella di Roberta, Martina De Nisi (campionessa italiana Under 10 nel 1994), Ilaria Clappa (U16 nel 2002), la scuola primaria “Arcivescovile” (ai Campionati Giovanili Studenteschi 2011) e Samia Zannat Sheikh (U8 nel 2013).

Per l'anno 2016/'17, la Delegazione provinciale aderisce – oltre al progetto “Giocosport” del comune di Trento, rivolto alle scuole elementari, sia pubbliche che paritarie, del territorio – anche al programma “Scacchi a scuola”, promosso dalla FSI, in sinergia con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, e destinato alle primarie e secondarie di primo e secondo grado.

“Il progetto 'Giocosport' è partito nel 2005, con il sostegno del direttivo di allora e dei referenti delle società trentine, che all'epoca, prima dell'unificazione di qualche Circolo, erano sette. Quest'anno – grazie a Sopramonte, Sardagna e Cadine – le scuole coinvolte sono salite a 18. Con 'Scacchi a scuola', invece, organizziamo corsi gratuiti per docenti”, chiarisce De Nisi. “Gli scacchi influiscono sullo sviluppo mentale e caratteriale del bambino, stimolando l'attenzione, l'immaginazione, la creatività, la pazienza e la perseveranza, oltre a sviluppare l'intuito, la memoria, le capacità analitiche e decisionali”.

Doti che non devono, però, essere disgiunte dallo spirito sportivo: “La prima cosa che insegniamo nelle scuole, durante l'attività di formazione, è il rispetto per l'avversario. L'altro si rispetta non solo con la stretta di mano prima e dopo la partita, ma anche sapendo attendere la risposta in silenzio e sapendo pensare alla sua mossa migliore”, afferma De Nisi. “Gli alunni, anche i più piccini, possono appassionarsi al 'Nobil Giuoco' acquisendo competenze trasversali utili all'apprendimento scolastico. Vanno altresì evidenziati la capacità di gestire un progetto, la facoltà di previsione, l'importanza di capire e imparare dagli errori, accettando le sconfitte, e il saper gestire il tempo, restando sempre concentrati, quantomeno nella mezz'ora standard di gara”.

La rilevanza del gioco degli scacchi per i ragazzi, non solo come sport ma anche come parte della loro formazione, è stata riconosciuta dal Parlamento europeo, che, nel marzo 2012, invitava gli Stati membri a incoraggiare l'introduzione del programma “Scacchi a scuola” nei sistemi d'istruzione.

“Proprio perché parliamo di un gioco accessibile ai ragazzi di ogni gruppo sociale e che può essere praticato anche da alunni disabili ed utilizzato per il recupero di studenti con difficoltà di apprendimento”, chiosa De Nisi, “gli scacchi possono davvero contribuire alla coesione e all'integrazione, alla lotta contro la discriminazione, alla riduzione del tasso di criminalità e persino alla lotta contro diverse dipendenze”.

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